Continuano le indagini sulla scomparsa e la morte di Liliana Resinovich, 63enne ritrovata senza vita a Trieste il 5 gennaio 2022. Questo martedì 13 giugno, il Gip Luigi Dainotti ha deciso di rigettare la richiesta di chiusura delle indagini sul caso di Cronaca Nera avanzata nei mesi scorsi dalla locale procura. Secondo i periti incaricati dal pm, infatti, l'ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia si sarebbe tolta la vita. I punti oscuri da chiarire, però, sarebbero 25 e quindi il Giudice per le indagini preliminari ha chiesto "un ulteriore sforzo investigativo" Il marito Sergio Visintin e i familiari della donna, ricordiamo, non hanno mai creduto all'ipotesi del gesto estremo.
Il caso Liliana Resinovich non è chiuso
Lunedì 5 giugno, il gip Luigi Dainotti del tribunale di Trieste, al termine dell'udienza preliminare aveva deciso di prendere tempo e rimandare di qualche giorno la decisione in merito all'archiviazione della morte di Liliana Resinovich. Accogliendo, di fatto, le istanze avanzate dai familiari più stretti della 63enne scomparsa un anno e mezzo fa (il 14 dicembre 2021). ha ora deciso di non chiudere il caso e di disporre nuovi e ulteriori accertamenti.
Il fascicolo, che al momento sul tavolo del pubblico ministero Maddalena Chergia, verrà integrato con l’ipotesi "omicidio volontario", un reato che, fino alla data odierna, non è mai stato preso in considerazione dagli agenti della Squadra mobile triestina.
In Procura, infatti, era stato aperto, e mai modificato, solo un fascicolo che ipotizzava un possibile sequestro di persona.
Le indagini, da quanto si apprende, dureranno sei mesi - una scadenza "meramente indicativa" vista la complessità della vicenda - e si concentreranno su 25 "punti oscuri".
La famiglia di Liliana Resinovich non ha mai creduto all'ipotesi suicidio
La procura di Trieste, in base alla relazione dei periti nominati, aveva chiesto l'archiviazione del caso sostenendo che Liliana Resinovich - scomparsa martedì 14 dicembre 2021 e rinvenuta nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico, con il capo avvolto in alcuni sacchetti di plastica - si fosse suicidata.
Le persone più vicine a Lilly, però, non hanno mai creduto all'ipotesi del gesto estremo e, come sottolineato dall'avvocato Nicodemo Gentile, legale del fratello Sergio, per questo motivo hanno portato numerose argomentazioni a sostegno di un'eventuale riapertura delle indagini. Così, il Gip Luigi Dainotti ha disposto una nuova perizia medico legale con la possibilità di riesumare il corpo della donna, la verifica delle celle telefoniche legate all'area del ritrovamento, l'analisi dei diversi account utilizzati dalla 63enne e delle utenze telefoniche intestate non solo alla vittima, ma anche al marito Sebastiano Visintin e all'amico Claudio Sterpin, con il quale aveva recuperato un'affettuosa amicizia e con cui forse sarebbe andata a vivere.
Nelle prossime settimane, inoltre, si provvederà ad effettuare una serie di esami comparativi e a confrontare il Dna isolato su una bottiglietta d'acqua e sugli slip di Liliana Resinovich, con il profilo genetico delle altre persone coinvolte a vario titolo nelle indagini. Va sottolineato, comunque, che nessun nome è stato ancora iscritto nel registro degli indagati in quanto il fascicolo risulta ancora aperto a carico di ignoti.