Scuole chiuse per quattro giorni a Civita d’Antino, piccolo comune di poco più di 900 abitanti, in provincia de L’Aquila: infatti, in seguito a un caso di febbre gialla che ha colpito una donna originaria del posto, la sindaca Sara Cicchinelli ha stabilito che non si terranno lezioni da mercoledì 8 novembre fino a sabato 11. A essere stata colpita dalla malattia, secondo le informazioni ricevute dalla Asl1, sarebbe una donna – di cui non si conoscono le generalità – residente a Pero dei Santi, frazione della cittadina abruzzese, ma che risulta essere domiciliata a Roma.
La paziente ricoverata per febbre gialla è stata a Civita d’Antino nel periodo di incubazione della malattia
La paziente colpita dalla febbre gialla sarebbe attualmente ricoverata a Roma, nel reparto Malattie infettive di un ospedale non precisato. Tuttavia l’amministrazione comunale di Civita d’Dantino si è trovata ad applicare il protocollo previsto in caso di possibili epidemie, predisponendo operazioni di disinfestazione per eliminare le zanzare e la chiusura delle scuole, perché la donna contagiata era tornata in paese e vi aveva soggiornato, proprio in corrispondenza del periodo di incubazione della febbre gialla. Quindi potrebbe aver contratto il virus mentre si trovava in abruzzo.
Inoltre, temendo per la salute dei propri concittadini, la prima cittadina ha predisposto anche l’apertura del Centro operativo di emergenza comunale, anche se al momento non risultano esserci casi di nuovi contagi.
La febbre gialla, i sintomi e la trasmissione
Secondo quanto riportato dal sito dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, la febbre gialla è una malattia endemica originaria di alcune regioni del Sud America, come la Colombia o il Brasile, presente anche nelle aree tropicali dell’Africa. È provocata da un virus che si propaga attraverso la puntura delle zanzare infette, mentre non è trasmissibile da uomo a uomo, né per via aerea, né sessualmente, né attraverso il contatto con i liquidi corporei.
Subito dopo la puntura da parte di una zanzara infetta c'è un periodo di incubazione che in genere dura intorno ai sei giorni: la maggioranza delle persone sviluppa la malattia in forma asintomatica o con sintomi lievi e febbre.
Nei casi più gravi, però, la patologia si evolve in tre fasi, a partire da un primo periodo, di circa tre o quattro giorni, con sintomi generici, come febbre, debolezza, brividi, forti dolori alla testa o alle ossa, nausea e vomito.
Di seguito si verifica la fase di remissione, caratterizzata da uno stato di benessere clinico, che dura 48 ore. In genere il 15% dei pazienti sviluppa la fase successiva, ben più grave, con febbre alta, dolori addominali, peggioramento delle funzioni renali e ittero, ossia un ingiallimento del colore della pelle e degli occhi, dovuto a un eccesso di bilirubina nel sangue. Nelle forme peggiori sopraggiunge anche una grave insufficienza epatica, con alterazioni del sistema nervoso, danni al cuore e ai reni, che spesso si rivelano mortali per il paziente.
Una malattia che si previene col vaccino
La diagnosi della malattia, molto complicata, avviene grazie all’osservazione dell’aumento degli anticorpi nel sangue, tipico della fase acuta e della convalescenza.
Non esiste una terapia specifica, ma solo un trattamento di supporto per alleviare i sintomi e ridurre il pericolo di emorragie. Tuttavia, si può prevenire la febbre gialla attraverso un vaccino, contenente del virus vivo attenuato, che con una sola dose protegge per tutta la vita.