L’automobile con a bordo Filippo Turretta e l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, entrambi di 22 anni, potrebbe aver superato il confine con l’Austria: è quanto emerge da alcune segnalazioni fatte nelle ultime ore – al momento non confermate dagli inquirenti – secondo le quali la Fiat Punto nera si sarebbe mossa in direzione del territorio austriaco dopo essere passata tra San Candido e Prato della Deriva.
Dai due giovani non si hanno più notizie dalla serata di sabato 11 novembre, che avevano trascorso insieme nel fast food di un centro commerciale di Marghera: i due sono tornati a Vigonovo, comune della città metropolitana di Venezia dove vive Giulia, per poi far perdere le proprie tracce.
Le ultime prove certe del passaggio della vettura risalgono alla mattina di domenica 12, quando una telecamera in località Palafavera, sulle montagne bellunesi della Val di Zoldo, ha ripreso la targa della macchina poco dopo le 7:35. Un’ora e mezza dopo il mezzo ha raggiunto Ospitale Cortina, sulla statale Alemagna in direzione Dobbiaco Cimabanche. Da quel momento non si hanno più riscontri sicuri sui movimenti dell’auto di Filippo. Mentre proseguono senza sosta le ricerche, le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono due: o la fuga verso l’Austria o una sosta nel bellunese, considerata comunque improbabile visto che in questi giorni nessuno ha segnalato la presenza della Punto nera in zona.
I carabinieri stanno esaminando il computer di Giulia
Il padre di Giulia nelle scorse ore ha consegnato ai carabinieri il computer utilizzato dalla giovane, nella speranza che possa contenere qualche elemento utile all’inchiesta. Gli inquirenti non trascurano nessun dettaglio che potrebbe essere utile alle indagini, tanto che sono stati ascoltati in caserma anche il fratello e la sorella della 22enne per ricostruire le ultime ore trascorse insieme.
Nel frattempo, in attesa di novità, sono continuate le ricerche, con l’ausilio anche dei cani molecolari, con la perlustrazione degli edifici abbandonati lungo la riviera del Brenta, il cui fondo è stato scandagliato dai sommozzatori dei vigili del fuoco, mentre alcuni elicotteri perlustravano la zona dall’alto.
Si esaminano le chiazze di sangue ritrovate a Fossò
L’attenzione degli inquirenti si è concentrata anche sulle ampie chiazze di sangue rinvenute in una strada di Fossò: si sta cercando di capire se siano riconducibili a uno dei due giovani scomparsi. Le tracce ematiche saranno comparate con il dna di Giulia, nella speranza che non ci sia nessuna corrispondenza. Saranno esaminati anche i filmati della telecamera di sorveglianza di una fabbrica poco distante dal punto del ritrovamento, che potrebbe aver inquadrato il passaggio della vettura di Filippo. L’aspetto che allarma di più chi indaga su questo episodio di cronaca è la mancanza di tracce lasciate durante il percorso e di nuovi avvistamenti della Punto nera.
Le dichiarazioni del padre di Filippo
Il padre di Filippo ha chiesto ai giornalisti di non dipingere il giovane come un mostro: “Mio figlio non avrebbe mai fatto del male a Giulia, l’amava infinitamente”, si è sfogato davanti alla caserma dei carabinieri di Teolo, comune in provincia di Padova dove risiede la famiglia. “Non è un violento, non lo è mai stato – ha aggiunto – è un ragazzo tranquillo che non ci ha mai dato problemi”. Gli inquirenti si sono fatti consegnare dai familiari i dispositivi elettronici del giovane.
“Giulia si sarebbe dovuta laureare in queste ore – ha dichiarato invece il padre della ragazza scomparsa intervenuto a Chi l’ha visto? – da genitore considero tutte le possibilità, sia quelle positive che quelle negative”.
Non manca infatti chi pensa al peggio, in seguito alla testimonianza di un vicino di casa che la sera della scomparsa avrebbe visto i due litigare violentemente a Vigonovo, prima che l’automobile di Filippo ripartisse per sparire nel nulla.