La decisione del regista inglese di non presentarsi alla consegna del Premio alla carriera durante il Tff ha provocato una grande bufera nel capoluogo piemontese. Era bastata una lettera dello stesso Loach a scatenare l’indignazione del Museo del Cinema,  il quale gli rivolse, tramite un comunicato stampa,  l’accusa di esser stato male informato e tuttavia “il Museo non può essere ritenuto responsabile dei comportanti di terzi, né direttamente né indirettamente”.

A queste dichiarazioni si aggiunse quella del presidente della cooperativa in questione, nonché consigliere regionale del Pd Mario Laus: “è falso che ci siano stati licenziamenti a danno di chi sia opposto a quello che solamente il signor Loach definisce taglio salariale, frutto di pericolosa fantasia sono inoltre i citati episodi di minacce e maltrattamenti”.

La catena di botta e risposta non si fermò certo qui e l’Unione dei Sindacati di Base del Piemonte tenne a replicare: “il gesto di Loach ha contribuito in modo determinante a mettere in luce la realtà di sfruttamento e precarietà a cui sono sottoposti dei lavoratori”.

L’assemblea di studenti e lavoratori

Durante il Festival sembrava che il polverone alzato da Loach fosse stato assorbito dalla potenza incantatrice del cinema, in quanto molti preferivano parlare di film e non della decisione del regista inglese. Affinché la decisione di Loach non risultasse inutile, le Usb hanno organizzato questo incontro presso il cinema Ambrosio di Torino alle ore 13, per dare voce a tutti coloro che ebbero il coraggio di ribellarsi e protestare, vedendo in Ken un lume mediatico di risonanza.

La giornata è iniziata con la testimonianza di Federico Altieri, ex socio-dipendente della cooperativa Rear, che a luglio si rivolse allo staff di Loach mettendolo al corrente del suo licenziamento (e non solo) per aver indossato una maglietta con scritto “Adesso sospendeteci tutti” per protestare contro i tagli del 10% al già magro stipendio di soli 5 euro all’ora.

Hanno preso la parola anche studenti, operai, dipendenti dei musei civici e di altre aziende nel mondo della cultura e dello spettacolo di Torino che hanno lamentato soprusi e manovre anticostituzionali, seppur legali, purtroppo.

Loach: “Sappiamo bene cosa state facendo”

Tra striscioni e bandiere rosse, Loach ha suscitato grande ammirazione, che ormai supera il famoso rifiuto al Tff, ma anzi, trova coerenza nelle sue parole e nelle sua azioni.

Durante il suo intervento ha esposto la sua linea dei fatti chiamando in causa il Museo del Cinema e l’organizzazione del Tff: “L'ultima cosa che ho sentito dai direttori del festival è che c'è stata incomprensione. Io dico, invece, che non c'è nessuna incomprensione: sappiamo bene cosa state facendo”. E dopo aver ascoltato tutti gli studenti e i lavoratori che hanno preso la parola, ha concluso spronando la gente presente “continuate la lotta, serve un nuovo modello economico, è urgente trovarlo”. A seguito di questo incontro, c’è stata la proiezione gratuita del film “Bread and roses”, dello stesso regista britannico, nel quale vengono affrontate le condizioni di sfruttamento e di sofferenza di lavoratori latino-americani a Los Angeles.