Unbrindisi con latte di cavalla fermentato in sacche di cuoio e nonpoter rifiutare, perché ritenuta il must delle bevande, nellavallata Chong Kemin nel Kyrgystan, a oltre 3mila metri di altitudine.Ma non è ciò che di peggio possa capitare. Parola di Valentina DeMarchi, antropologa, che ha raccontato la sua avventura professionalepost laurea, poco più che ventenne, in Asia centrale alla ricercadegli usi e costumi e della cultura dei pastori nomadi, perduta dopo70 anni di dominio sovietico.
"L'antropologo deve adattarsi ad ognisituazione, dimenticare i nostri canoni partendo dal presupposto chenon esistono verità assolute, né soggettività, ma solo punti divista - ha spiegato Valentina -.
Anche se in Italia non esiste la professione dell'antropologo.E dunque faccio mille altri lavori, come tutti i miei coetanei".
L'intervista si è svolta venerdì 23 febbraio a Belluno presso il Centro GiovanniXXIII, all'interno del ciclo di incontri Lavori al femminile promosso dall'Associazione Fidapa-BPW Italy, Sezione di Belluno,presieduto da Cristina De Cal.
"L'approcciodel turista non mi bastava più - racconta Valentina De Marchi - ,così decido di studiare antropologia". Dopo la triennaleall'Università di Siena, parte per il Pakistan con una Ong(Organizzazione non governativa) pakistana che si occupa del sostegnodelle famiglie povere e istruzione.
"Il mio compito era quello diverificare se nelle scuole il progetto era stato ben accettato.Dormivo negli ambulatori e nelle famiglie.
E devo dire che non misono mai trovata così bene come in Pakistan. Ero in una comunità diismailiti, che possiedono una grande cultura dell'ospitalità.L'istruzione è ritenuta importatissima. Benché sia una societàmaschilista la precedenza allo studio viene riservata alle donne. Hopartecipato ad un matrimonio in un villaggio a 3500 metri dialtitudine.
Il rituale dura tre giorni e prevede che la sposa siatriste. E forse lo è davvero, visto che finita la cerimonia va nellacasa del marito e non rivedrà più la sua famiglia di origine finoalla nascita di un figlio. Qui le donne quando sono in presenza diuomini non parlano. Non ballano in pubblico e non camminano per lastrada da sole».
L'avventura asiatica di Valentina De Marchiprosegue dopo la laurea specialistica. E' la volta del Kyrgystan.«Qui la situazione della donna è ancora più difficile. Vigel'usanza del ratto della sposa da parte dello sposo, che la portanella sua casa dove viene convinta ad accettare il matrimonio».