Ci sono donne che rimangono mute davanti al dolore e il dolore le schiaccerà; qualcuna, ma sono casi rarissimi, soprattutto se parliamo delle donne dell'Afghanistan, parla. Parla però davanti a una pietra, stante la leggenda afghana.

La protagonista di Come pietra paziente, interpretato da una stupenda Golshifteh Farahani, non parla davanti a una tavola apparecchiata e un bicchiere di vino, ma davanti al corpo disteso e in coma di un marito combattente, che è rimasto ferito da una pallottola conficcatasi nel collo. Lui giace senza parola e movimento, lei lo accudisce alimentandolo con una flebo artigianale, in attesa di un risveglio che , preconizzato dall'iman, non arriva.

Questa donna è anche madre di due bambine e l'appartamento miserabile si trova proprio in una zona di guerra. Perciò le sue parole sono interrotte dall'incalzare delle bombe che piovono anche sulla sua casa. Proverà a mettere in salvo le bimbe, ma per amore del marito continuerà a recarsi nella casa se non altro per rimboccare la flebo e continuare a nutrirlo.

Il regista, Atiq Rahimi, ha scritto un romanzo da cui ha tratto un primo film ' Se terre et cendres'che ha avuto un certo successo, questo è il suo secondo lavoro.Ha lavorato con grandi registi e questa sceneggiatura è particolare, in quanto il processo liberatorio dalle angherie si compie proprio davanti a quel corpo immobile di un uomo che ufficialmente è il marito della donna, ma che in realtà è un essere senza sentimenti e senza calore.

La storia procederà in un'escalation di violenza, ma all'interno di incontri terrificanti la donna avrà modo di rivedere tutta la sua vita e raccontarla nelle lunghe pause a quel corpo immobile e a quel volto livido e fermo.

Farà di tutto per tenere in vita il marito, rischiando la propria vita e la sua incolumità, ma la narrazione che inevitabile affiora, come inevitabili sono le bombe che piovono sulla casa e gli incontri inquietanti che è costretta a fare, le permetteranno di aprire gli occhi su una realtà, che in Afghanistan, come in molte parti del mondo sarebbe altrimenti inenarrabile.

La sceneggiatura, muovendo da una situazione quantomeno insolita, un uomo in coma e una moglie pronta ad attendere il suo risveglio, apre uno squarcio su condizioni di vita femminile che in Medio Oriente sono abituali quanto parossistiche, e il pubblico occidentale, in particolare quello femminile, è indotto a riflettere sui mali di una maschilismo prepotente e infingardo, che in modi ovattati o plateali, riduce in ogni caso le donne, a puri oggetti da usare e buttare. Anche l'uomo in coma si risveglierà ma la donna questa volta saprà difendersi e la pietra, come vuole la leggenda finalmente si spaccherà.