Si presagisce un'ottimaannata per tutti gli appassionati della Settima Arte. Tantissimi, infatti,sono i film attesi per il nuovo anno e poiché "chi ben comincia è a metàdell'opera", si potrebbe già sperare per il meglio: il 1 gennaio, infatti,uscirà nelle sale l'atteso American Hustle,il nuovo film di David O. Russell,che già dal trailer visibile su YouTube si preannuncia vibrante, colorato,trasgressivo e… very vintage!

Lanuova fatica del regista degli acclamati Thefighter e Il lato positivo,infatti, è ambientata in una mitica decade qual è stata quella dei Seventies,ed è ispirata alle vicende realmente accadute riguardo una rocambolescaoperazione dell'F.B.I.

soprannominata ABSCAM, tesa alla cattura e all'arresto dialcuni esponenti del Congresso collusi con il malaffare.

Russell, che ha sempre dichiarato di amare molto il lavorosui personaggi e la loro caratterizzazione, per il cast principale ha calato unmeraviglioso poker d'assi formato da ChristianBale, Bradley Cooper affiancatidalle pupe da sballo Amy Adams e lanuova diva di Hollywood JenniferLawrence, in questi giorni nelle nostre sale con il secondo capitolo dellasaga di Hunger Games intitolato La ragazza di fuoco.

E a proposito dei personaggi, assisteremo a delle importantiquanto gustose metamorfosi: Christian Bale, il trasformista per eccellenza,dopo aver perso ben 28 kg per prestare animae ossa allo schizofrenico Trevor Reznik de L'uomo senza sonno, eaverne recuperati oltre 40 di massamuscolare per girare Batman Begins,per American Hustle ha accettato diimbruttirsi mettendo su grasso addominale e indossando un improbabile riportoper interpretare il genio della truffa Irving Rosenfeld, che collaborerà conl'agente Richie DiMaso impersonato da Bradley Cooper nell'operazioneanti-corruzione, anch'egli alle presecon una stramba trasformazione che lo vedrà con la pelle scura e una testariccioluta ottenuta grazie a lunghe sessioni di trucco&parrucco per ogni giorno di lavoro sul set.

Cambi di look meno impegnativi ma comunque di rilievo per lacontroparte femminile formata da Amy Adams e Jennifer Lawrence: le due attricisfoggiano abiti succinti e scollature sexy, in piena linea con il mood seventiessfacciato e sensuale, frutto della rivoluzione sessuale di fine anni '60 con iconseguenti eccessi e il mutamento dei costumi.

Ma la fucina degli studiosindipendenti non ha esaurito le proprie risorse: David O. Russell, cineastadi spessore che ha saputo coniugare la qualità del cinema indipendente alpotenziale aggregativo dei film di forte richiamo come i kolossal e i catastrofici blockbuster,è solo un elemento di un fantastico plotone di registi dallo sguardo sensibilee intimista, capaci di colmare con le loro opere le lacune estetiche edrammaturgiche di una certa produzione cinematografica reboante, stucchevole eo demenziale confezionata a uso e consumo di un pubblico onnivoro, qual è stataquella di buona parte degli anni '90 negli Stati Uniti.

Autori come Sam Mendes,Alexander Payne, Spike Jonze, Sofia Coppola e i due Anderson (Wes e PaulThomas), insieme allo stesso Russell, con le loro storie di (anti)eroi aimargini della società, personaggi disadattati e "borghesi piccoli piccoli", benlungi dall'archetipico modello di americano vincente e salvifico, sanciscono uncambio di rotta nel modo di vedere e raccontare il Paese dello Zio Sam.

E lodimostra l'ondata di nuove pellicole che, poco dopo American Hustle, invaderanno i nostri schermi: se di Sofia Coppola,dopo il passaggio al Festival di Cannes 2013, abbiamo già visto Bling ring, analisi del vuoto imperantedegli adolescenti americani all'ombra delle colline di Hollywood con annessotrionfo di pailettes e lustrini, dovremo aspettare il 20 febbraio per i nuovifilm di Joel e Ethan Coen e Alexander Payne,anch'essi passati alla Croisette: InsideLlewyn Davis (vincitore del GrandPrix Speciale della Giuria) e Nebraska,parabole agrodolci intessute di atmosfere pregne di disagio e inettitudine,filmate con maestria tecnica e cura dei dettagli.

Direttamente dal Festival del Cinema di Roma, invece,due interessanti opere che scandagliano con il consueto piglio melodrammaticotematiche delicate e attuali come l'A.I.D.S. e l'amore ai tempi dellatecnologia: Dallas Buyers Club di Jean – Marc Vallée e Her di Spike Jonze. È opportuno soffermarsi brevemente su questa doppiettaper segnalare altre notevoli trasformazioni da celluloide: nel primo film recitail sex symbol Matthew McCounaughey, dimagritodi ben 23 kg per impersonare il sieropositivo RonWoodroof, affiancato daun Jared Leto en travesti nel ruolo del transessuale Rayon, mentre in Her ilbravissimo Joaquin Phoenix, look danerd comprensivo di occhialoni retrò e chioma arruffata, esperisce più unametamorfosi intima, calandosi nei panni di un uomo che s'innamora di un sistemaoperativo, spunto narrativo (profetico?) per raccontare la solitudine e l'alienazioneinsita nelle relazioni dell'uomo contemporaneo.

Da segnalare, inoltre, l'uscita della nuovapellicola di George Clooney intitolata The Monuments Men, di ambientazionebellica (l'azione si svolge durante la seconda guerra mondiale), di The Wolf of Wall Street, pamphlet sulmondo dell'alta finanza di stoniana memoria, (il film, per le tematichetrattate, si avvicina molto al WallStreet di Oliver Stone, anche se in realtà la storia è ispirata alle gestadel broker Jordan Belfort, interpretato da Leonardo Di Caprio, qui alla suaquinta collaborazione con Scorsese) e di Carrie– Lo sguardo di Satana di KimberlyPeirce, tratto dal romanzo horror di Stephen King dopo la trasposizionecinematografica del 1976 di Brian De Palma, che segnò il debutto sugli schermidi John Travolta.

Ma la domanda che molti cinefili italianisi stanno ponendo da alcuni mesi a questa parte, da quando è partito ilcalcolato battage pubblicitario a base di poster "orgasmici" e clip controversecentellinate ad arte su YouTube, è … Nymphomaniacuscirà in Italia?

Il film – scandalo di Lars von Trier,centrato sulla sessualità di una donna che si autodefinisce "ninfomane", su cuisi sono versati fiumi di parole (e d'inchiostro), pare non aver ancora trovatouna distribuzione italiana. In attesa di un atto di coraggio da parte deidistributori nostrani, (le ultime pellicole di von Trier, Antichrist e Melancholiain Italia hanno incassato rispettivamente 512.872 e 570.920 euro),possiamo deliziarci con il cinema di qualità che questo imminente 2014 sembraprospettarci.