Aveva ragione Kandinskyquando teorizzava che il colore ha un duplice effetto, uno' fisico', e uno 'psichico'.Quello fisico determinato dalla registrazione da parte della retina di uncolore preciso, quello 'psichico' legato alle risonanze spirituali ed emotiveche un colore produce sullo stato d'animo dell'osservatore.

Visitare questamostra e fermarsi a guardare le tele di questo meticoloso e vibrante pittore èun po' come ricevere una carica di vitalità e di energia per contrastare leforze del male, che ci vogliono succubi e indeboliti nello spirito.

Il quadroche è presente nella locandina, quel celeste su cui svolazzano liberi stranibiomorfismi colorati sembra raccogliere e coagulare questo spirito di rivalsasul tetro mondo che lo circondava e sui tragici accadimenti della sua storiacontemporanea.

L'artista è vissuto in quella metà del secolo che ha conosciutodue guerre mondiali , tre dittature, eppure, mentre i bolscevichi prendevano ilpotere e depredavano lui e la sua famiglia di tutto, mentre contemporaneamentegli affidavano importanti incarichi nelle istituzioni culturali della RussiaBolscevica, lui dipingeva quell'opera che è il logos della mostra 'Azzurro cielo' (1940 lascito di NinaKandinsky) dando prova di riuscire, in questo marasma di fughe dalla Russiaprima e dalla Germania poi ,a conservare quel candore e quella purezza chetraspira da questa tela.

Nell'azzurro cielo galleggiano strane creaturebiomorfe coloratissime e il visitatore che osserva questa tela non può nonessere attratto dal candore di cromie luminose e di forme piccole e indefinite,che si dispongono su di essa con la licenza di un gioco infantile.

Ma la bellezza di questa mostra sta in molte altre cose.

Si può ammirare all'ingressola sala di pitture parietali ricreata nel 1977 dal pittore restauratore JeanVidal.

Tali pitture sono state concepite rispettando fedelmente i cinqueguazzi originali, eseguiti da Kandinsky per decorare un salone ottagonale dellaJuryfreie Kunstausstellung, una mostra che si svolse a Berlino annualmente tra il 1911 e il 1933.

Si possono ammirare i quadretti di paesaggi realizzati nellaprima fase che ritraggono con linee precise e a tocchi di spatola la città di Veneziae paesaggi della sua terra, perlopiù boschi e campagne.

Si può persino goderedi un video che ci mostra la mano dell'autore che dipinge un quadro astrattocon un pennello nero.

Si percorre, attraverso una precisa scansione cronologica, l'evoluzionedella sua pittura dal figurativo all'astratto attraverso tele famose, come 'Nelgrigio', 'Griglia nera', 'Sviluppo in bruno', 'Improvvisazione III'.

Nell'opera ' Lo spirituale nell'Arte' scrive: il colore è iltasto, l'occhio è il martelletto, l'anima è un pianoforte con molte corde'Ebbene attraverso le varie sezioni questa sua pittura raggiunge il suo scopo, ele vibrazioni emotive e psichiche che fanno bene e portano equilibrio ecomunione ottengono il loro effetto.

Alla fine del percorso l'anima si è arricchita e i colorihanno sprigionato i loro effetti salutari sulla psiche dei visitatori.

Ungrazie a questo grande uomo, che ha saputo conciliare la musica con la pittura,conscio del fatto che in un mondo di feroci divisioni e conflitti, solo loroper la propria specificità di linguaggi universali avrebbero potuto ricucire esanare.

Un grazie al Comune di Milano, al Centro Pompidou, e a Sole24 ore, e a tutti gli organizzatori. Una mostra che riserva sorpreseinsospettate e che come al solito restituisce più di quanto possa promettere.