Messo all'asta il manoscritto autografo de "L'infinito" di Leopardi, che oggi appartiene a un archivio privato. La Regione Marche chiede l'intervento del Ministero dei Beni Culturali. Lunedì 23 giugno si parte da un prezzo base di 150mila euro per il solo manoscritto. All'asta anche una lettera  del 14 giugno 1831.

Manoscritto autografo de "L'infinito" all'asta

Appartiene a un Archivio privato il manoscritto autografo de "L'infinito" di Giacomo Leopardi (Recanati 29 giugno 1798 - Napoli 14 giugno 1837), una delle liriche fondamentali dei Canti dell'autore, scritto, nella sua stesura definitiva, tra il 1818 e il 1819. Famoso per l'ermo colle, quale rifugio ideale del poeta e rievocazione di un infinito temporale affettivo, "L'infinito", sarà venduto all'asta, lunedì 23 giugno, presso la casa Minerva Auctions di Roma, partendo da un prezzo base di 150mila euro per il solo manoscritto. La lettera, indirizzata al cugino Matteo Antici, sarà battuta all'asta a parte.



Si tratta esattamente della terza copia dell'idillio redatta dal Leopardi nel 1821-1822 prima del suo soggiorno a Roma e che ora appartiene all'archivio privato di un anonimo collezionista. Il prezioso pezzo è stato ritrovato durante le ricerche nell'archivio dei conti Servanzi Collio di San Severino Marche e proprio la Regione Marche ha lanciato un appello al Ministero dei Beni Culturali affinché il manoscritto continui a rimanere pubblico.



La terza copia dell'idillio redatta dal Leopardi era precedentemente conservata nell'archivio Matteucci e solo successivamente nell'archivio dei conti Servanzi Collio di San Severino Marche: diversi studiosi di filologia italiana avevano più volte rilevato nel manoscritto la mancanza di varianti d'autore e la perfetta coincidenza tra le edizioni considerate definitive e la terza copia, giungendo, comunque, a considerare il manoscritto non originale.



Solo una più attenta analisi critico-filologica di questa copia de "L'infinito" ha indotto i filologi a ritenere che il manoscritto conservato nell'archivio Matteucci fosse originale.  Negli anni della stesura degli Idilli,infatti, Leopardi era fortemente rivolto nell'intenzione di perfezionare una rete combinatoria nei testi, sviluppando la sua significatività dal 1819 e il 1835, periodo che intercorre tra la prima e l’ultima stesura.

Manoscritto de "L'infinito: storia di un'asta

Il manoscritto de "L'infinito" e la lettera fanno parte di un archivio familiare privato, i cui proprietari hanno preso decisione di vendere i preziosi pezzi. Se il fatto può sembrare sconcertante, si consideri che solo otto anni fa, la Minerva Auctions ha battuto all'asta per 42mila euro una lettera autografa del Leopardi in cui il poeta faceva un resoconto del suo soggiorno a Roma al sepolcro di Torquato Tasso.



E ancora gli eredi di Arturo Toscanini, che nel 2012, decisero di vendere all'asta i documenti del direttore d'orchestra. Forse questa fu la vicenda che fece traboccare il vaso e, in quel caso, intervenne il Ministero dei Beni Culturali, (MiBACT) partecipando all'asta e aggiudicandosi 60 lotti sui 73 disponibili, cedendoli successivamente all'Archivio di Stato di Milano. E' proprio per ottenere un intervento affine che la Regione Marche si è mobilitata, anche organizzando dei convegni presso la città natale del Leopardi, ma per il momento, a solo tre giorni dall'inizio dell'asta, non si ha notizia dei partecipanti e/o del possibile impegno del MiBACT.