Si sta festeggiando il 540° anniversario della nascita di Ludovico Ariosto: già famosissimo ai suoi tempi, nel '500 umanesimo e rinascimentale, e oggi considerato il maggior poeta e commediografo italiano. Si direbbe che faccia concorrenza al suo "rivale" e predecessore: il Sommo Poeta Dante. E' il doodle - il logo speciale per festeggiare gli avvenimenti importanti di Google- colorato d'antiche ed importanti tinte, che campeggia sul motore Google e che rappresenta oggi la massima opera dell'Ariosto: l'Orlando Furioso, poema cavalleresco pubblicato nel 1532.

Composto da 46 canti in ottave di questi argomenti tratta:

"Orlando - il protagonista del poema- che gran tempo innamorato fu della bella Angelica, e per lei in India, in Media, in Tartaria lasciato avea infiniti et immortal trofei, in Ponente con essa era tornato, dove sotto i gran monti Pirenei con la gente di Francia e de Lamagna re Carlo era attendato alla campagna"

Parla infatti l'Ariosto dell'amore tra Orlando e la bella Angelica, che fugge da lui, nel contorno di una guerra tra musulmani e cristiani - e qui si possono notare gli eventi delle battaglie che tanto possono ricordare gli avvenimenti odierni di guerriglia, proprio tra gli stessi "poteri" religiosi- . Angelica però fugge talmente dal guerriero, che decide di sposare il rivale di lui, Medoro: Orlando perde il senno, diventa quindi "furioso".

Astolfo sulla luna, il fantastico viaggio per riconquistare il senno d'Orlando

Eccolo il bellissimo "morceau" che tanto evidenzia la follia di Orlando: Astolfo, uno dei dodici paladini nelle leggende di Carlo Magno, vola su un carro verso la luna per riacciuffare il senno di Orlando: "Tutta la sfera varcano del fuoco, et indi vanno al regno de la luna.

Veggon per la più parte esser quel loco Come un acciar che non ha macchia alcuna […]Quivi ebbe Astolfo doppia meraviglia: che quel paese appresso era si' grande, il quale a un picciol tondo rassomiglia a noi che lo miriam da queste bande; […] Altri fiumi, altri laghi, altre campagne Sono là su, che non sono qui tra noi; altri piani, altre valli, altre montagne […] con case de le quai mai le più magne non vide il paladin prima né poi; […] Poi giunse a quel che par si' averlo a nui Che mai per esso a Dio voti non ferse; io dico il senno: e n'era quivi un monte, solo assai più che l'altre cose conte.

Era come un liquor suttile e molle, atto a esalar, se non tien ben chiuso; e si vedea raccolto in varie ampolle, […] Quella è maggior di tutte, in che del folle Signor d'Anglante - Orlando, signore di Anglante- era il gran senno infuso; e fu da l'altre conosciuta, quando avea scritto di fuor: << Senno d'Orlando>>"

Il doodle è così disegnato: il drago, attraverso le cui spire si dipana la scritta di Google, ha imprigionato Angelica, la bella dama bionda dai capelli schermiti dal vento. Ruggiero, il rivale di Orlando, salva l'amata in groppa all'ippogrifo, brandendo una lancia. Vien voglia di comprare o rileggere quest'affascinante e misteriosa opera, e magari scoprire meglio la personalità di questi personaggi.