Irving Penn, uno dei massimi fotografi del mondo nato nel 1917 e morto nel 2009 può essere ammirato in una mostra importante allestita nel secondo piano di Palazzo Grassi. I curatori dell'evento sono Pierre Apraxine e Matthieu Humery, grandi esperti d'Arte, che hanno evidenziato, attraverso la scelta effettuata, come il grande tema del fotografo, autore delle maggiori copertine di Vogue, fosse la precarietà della vita e delle sue performance.

Sono in mostra 83 stampe al platino, 29 stampe in argento, 5 stampe dye-transfer, 17 internegativi mai esposti prima.

E chi ha visitato la mostra 'Illusione della luce' allestita nel piano inferiore di Palazzo Grassi ed ha visto il video di David Claerbout sa bene a cosa allude l'autore in questione quando riflette intorno al tempo. Nel video di David Claerbout, Oil workers( from the Shell Company of Nigeria) returning home from work, caught in torrential rain( 2013) la macchina da presa si ferma improvvisamente e ritrae tanti lavoratori nigeriani che ritornano dal lavoro e sono costretti a fermarsi sotto un ponte sorpresi dal fragore delle piogge monsoniche. Ma la macchina da presa registra anche a rallentatore il lavoro dell'acqua che cade copiosa e forma pozzanghere, vortici e torrentelli sull'asfalto. Queste immagini sospese, dell'acqua prima e dei lavoratori poi, ci danno, nel prolungamento del tempo sospeso, il senso del vuoto e dello scorrere inesorabile delle ore, quand'anche sia la macchina a rallentare il percorso e a rendere ancor più estenuante l'attesa di un temporale che deve finire.

Nella esposizione di Irving Penn si possono ammirare la serie dei Piccoli Mestieri, realizzate intorno agli anni 50 tra Francia, Stati Uniti e Inghilterra,le fotografie etnografiche che ritraggono gli uomini dellaRepubblica del Dahomey, gli aborigeni della Nuova Guinea, le donne e gli uomini del Marocco, i teschi di animali fotografati al Museo di Storia Naturale di Praga nella sezione ' Cranium Architettura' e le foto dei massimi esponenti della letteratura e delle arti del '900.

Si possono ammirare foto di Picasso ( 1957), di Marc Chagall ( 1947) di Salvador Dalì del 1947, di Hitchcock del 1947, di Truman Capote e diKate Moss ma sembra incredibile come la sensazione del tempo che passa la si acquisisca massimamente dalle foto della serie dei Piccoli Mestieri e soprattutto da quelle degli abitanti del Marocco.

Le donne chiuse non in un burqa, ma in un fagotto dove neppure un buco per respirare è presente ci dicono quanto grande sia stato il cambiamento del costume dagli anni 50 sino ai nostri giorni, e ci fanno intendere come pur nella vacuità del tutto, pur nell'essere polvere e polvere ritornare, l'uomo negli ultimi settanta anni abbia fatto passi da gigante e sulla linea diacronica il tempo ha saputo comunque lasciare i suoi indelebili segni. Da vedere questa mostra che rimarrà aperta sino al 6 gennaio 2015 per la rarità della collezione Pinault e per le riflessioni che ne scaturiscono.