E’ ufficialmente uscito nelle sale cinematografiche Interstellar, l’ultimo film di Christopher Nolan, il regista che impressionò il mondo con Inception, la pellicola a metà tra fantascienza e thriller con protagonista Leonardo DiCaprio. Interstellar è certamente un film fantascientifico, ma nonostante il taglio narrativo evidentemente romanzato la pellicola presenta un discreto retroterra scientifico che è stato analizzato dalla rivista New Scientist; scorrendo la relazione del noto magazine si scopre che il ‘fungo cattivo’ di Interstellar altro non è se non la controfigura cinematografica di un fenomeno accaduto davvero, particolare che spinge ancora una volta a porsi tutta una serie di interrogativi su quanto ‘certi episodi’ potranno davvero interessare il nostro pianeta.

‘Uno dei film più ambiziosi degli ultimi anni in cui una vivacità narrativa e un'originalità fortissime costringono lo spettatore al piacere della concentrazione’ scrive Gabriele Niola su Mymovies.it parlando di Interstellar, un film costato quasi 170 milioni di dollari. L’attesa di appassionati e curiosi è ormai alle ‘stelle’ per una pellicola che costituisce uno dei pochi film davvero in grado di ridurre la distanza tra realtà e finzione spingendo l’uomo a porsi quelle fatidiche domande esistenziali che non avranno mai una risposta certa.

Interstellar, trailer, cast e uscita in Italia: Christopher Nolan e la scienza del film – L’analisi di New Scientist svela particolari interessanti

Come accennato in apertura, è ormai uscito nelle sale Interstellar, il nuovo film di Christopher Nolan con Matthew McConaughey, Anne Hathaway e Michael Caine ad impreziosire un cast di tutto rispetto. Solo guardando il trailer, disponibile in italiano su YouTube, viene l’immediata voglia di osservare una pellicola che è certo fantascientifica ma che si caratterizza comunque per la presenza di un tono puramente scientifico. Il noto fisico Kip Thorne ha dunque deciso di guidare New Scientist nell’analisi per così dire ‘scientifica’ di Interstellar, contribuendo a far emergere particolari decisamente interessanti. Si scopre così che il fungo del film è solo la controfigura di Dust Bowl, un fenomeno di essiccamento del suolo accaduto nel Nordamerica degli anni ’30; la logica conseguenza fu la morte delle colture circostanti e la migrazione delle popolazioni del luogo verso aree più prosperose. In Interstellar, la necessità di dare un tono apocalittico alla storia spinge invece Nolan ad ingigantire il problema, con l’intera umanità che ad un certo punto si trova costretta a fuggire per tentare di sopravvivere ad una carestia dalle proporzioni bibliche. Come raggiungere però pianeti alternativi distanti milioni di anni luce dalla Terra? In fisica esistono i wormhole o ponti di Einstein-Rosen, dei tunnel che collegano punti differenti dello spazio-tempo: queste porte d’accesso alternative vengono adottate in Interstellar per tentare di raggiungere una delle terre promesse messe a disposizione dal nostro sistema solare, peccato che un enorme buco nero attenderà la navicella incaricata di salvare il mondo. Cosa accadrà all’equipaggio di Interstellar? Ovviamente non lo diremo, sarà la visione del film a svelare ogni dettaglio. Di certo la pellicola si carica di significati esistenziali che vanno al di là del Cinema e che approdano nell’universo dell’inconoscibile umano: si esauriranno mai le risorse del nostro pianeta? Certo l’uomo sta facendo di tutto, con livelli di inquinamento ormai alle stelle e modalità di sfruttamento di qualsiasi cosa la natura offra che rasentano e spesso superano l’abuso. A questo punto due sono le alternative: fermarsi a riflettere sul senso della vita o guardare Interstellar dimenticandosi della precarietà dell’esistenza. State comunque tranquilli, se e quando qualcosa del genere dovesse accadere, nessuno di noi sarà più su questa terra: non è consigliabile preoccuparsi dunque, meglio andare a vedere il film.