Forse è un caso o forse no che il nuovo, bellissimo film di Kenneth (Ken) Loach sia nelle sale cinematografiche proprio in questi giorni (è uscito lo scorso 18 dicembre): cade oggi, infatti, il sessantanovesimo anniversario dalla morte del suo protagonista, quel James Gralton il cui soprannome (Jimmy) compare nel titolo, Jimmy's Hall. Nato nel 1886 in un piccolo paese dell'Irlanda, emigrato nel 1909 negli Stati Uniti, era tornato nella sua terra natale per combattere la guerra d'indipendenza, durata dal 1919 al 1921 (con qualche strascico fino al 1922), contro il governo inglese, al termine della quale era stato proclamato lo stato libero d'Irlanda.
Negli anni del suo ritorno a casa, James/Jimmy (interpretato dal bravo attore irlandese Barry Ward), che era stato operaio e minatore il quale si era formato da autodidatta, aveva destinato un vecchio capannone alla funzione di sala ricreativa, in cui alcuni volontari si occupavano di dare lezioni di pugilato, disegno dal vero, letteratura, canto e ballo. Vero e proprio archetipo dei circoli culturali e sociali che si sarebbero organizzati nei decenni successivi, la sala rappresentava in un'Irlanda sostanzialmente teocratica, priva di prospettive lavorative e repressa nelle sue manifestazioni più ludiche e spensierate, l'unica forma di respiro e d'evasione, oltre che uno strumento potentissimo per la costruzione di una coscienza civile.
Proprio per questo e perché considerata potenzialmente sovversiva, l'attività della sala fu osteggiata dalle autorità cattoliche e dalle frange cittadine più conservatrici e lo spazio costretto a chiudere. Gralton emigrò di nuovo negli Stati Uniti dove rimase per altri dieci anni, fino al 1931 quando decise che era arrivato il momento di tornare definitivamente in patria.
Negli anni '30, in un contesto che credeva parzialmente mutato, scelse di dar vita di nuovo al suo circolo, appoggiato da moltissimi concittadini. Ma anche questa volta la sua iniziativa fu avversata e perseguitata, fino alla più violenta delle conseguenze: la distruzione della sala.
Espulso dal suo paese, Jimmy tornò negli Stati Uniti dove morì di cancro il 29 dicembre 1945.
Ken Loach, affascinato dalla figura di questo leader naturale in lotta per i diritti umani e la libertà, restituisce al pubblico la verità di un uomo buono e leale, senza appiattirne le qualità umane e lo spessore morale a un ritratto stucchevole e agiografico. La vicenda esemplare di Jimmy è un'occasione che il regista offre al suo pubblico per riflettere intorno al conflitto tra razionalità e oscurantismo, laicità e fanatismo religioso, libertà e repressione. Un conflitto certamente circoscritto alla storia d'Irlanda, una nazione per lunghissimo tempo afflitta dalla piaga di un cattolicesimo asfissiante e retrivo, ma con una valenza anche paradigmatica. E nondimeno la continuazione ideale del discorso allo stesso tempo storico e lirico cominciato con 'Il vento che accarezza l'erba', film del 2006 dedicato alla guerra d'indipendenza irlandese e alla successiva guerra civile.