Tim Burton torna al Cinema dopo due anni dall'uscita di Frankenweenie con Big Eyes, la vera storia della pittrice Margaret Keane: scelta del tutto inusuale per il regista. Passato alla storia per capolavori del genere horror/dark come Alice in Wonderland, di cui sta attualmente curando il sequel, ed Edward mani di Forbice, Tim Burton ci ha insegnato ad amare il lato oscuro delle cose e delle persone e, vederlo tornare al cinema con un film fatto di atmosfere"chiare" e basato su fatti realmente accaduti, non può che alimentare curiosità e aspettative, verso una pellicola che si preannuncia essere un vero e proprio "esperimento".
Di natura al quanto "curiosa" per un regista abituato a parlar d'altro, Big Eyes, al cinema dal prima Gennaio, e sviluppato in collaborazione con gli sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszewski ( Ed Wood e Piccola Peste), narra la storia vera di Margaret Keane, " la pittrice degli occhioni". Vissuta tra gli anni Cinquanta e Sessanta,i quadri di Margaret Keane (Amy Adams ), raffiguranti dei bambini tristi con grandi occhioni, ottennero un favoloso successo ma, il tutto nascondeva una frode: Walter Kane (Christoph Waltz) uomo prepotente e dispotico, secondo marito dell'artista, firmò tutti i quadri della moglie, giustificandosi con la sua maggiore abilità nella promozione delle opere e con il suo essere "uomo", cosa che a quei tempi costituiva un vantaggio.
Un film "chiaro", lontano mille miglia dalle atmosfere gotiche firma inconfondibile del talento di Tim Burton che, nonostante tutto c'è, ed è nascosto nei dettagli, nei quadri, negli occhioni tristi di tutti quei bambini che durante la durata della pellicola, prestano la loro espressione ai quadri contesi dai due coniugi o nella scena della fuga in auto sotto la pioggia, in cui Margaret si scusa con la figlia per non essere stata una buona madre.
Tim Burton quindi c'è e si vede nei piccoli dettagli e nei particolari, che tanto hanno caratterizzato le sue pellicole e che ora si alternano in un "caso cinematografico", che potrebbe consacrare il suo successo o al contrario, aggiungere un neo alla lunga scia di successi del regista che, non sembra per nulla spaventato da tale possibilità.
Stando infatti da quanto dichiarato da lui stesso durante un'intervista per "il giornale", Burton avrebbe scelto di portare in scena Big Eyes per una serie di motivi, tutti personali, primo tra tutti il ricordo dei quadri dell'artista. all'apice della fama durante l'infanzia del regista e una certa affinità tra lui e la Keane, accomunati, secondo quanto dichiarato da Burton, dalla capacità di saper comunicare con le proprie opere e non con le parole.
Fatto sta che Big Eyes, che debutterà al cinema solo il primo gennaio, ha già dalla sua due nomination per l'ambito golden globe, tra cui miglior attore e attrice in un film o musical, e una per gli Independent Spirit Award, come miglior sceneggiatura.
Tutte cose che testimoniano lo spessore e il valore di un film che, debuttato in America nel periodo natalizio, con discreto successo, ora attende il verdetto dei burtoniani italiani. Al 1 gennaio l'ardua sentenza.