Elena Ferrante, mantenendo sempre lo strettissimo anonimato che l'accompagna da vent'anni, ha risposto a Roberto Saviano con una lettera pubblicata sulle pagine di La Repubblica del 24 febbraio ed ha accettato la candidatura del suo ultimo romanzo "Storia della bambina perduta", al Premio Strega 2015. Con lo stile diretto, che le è proprio e ben riconoscibile nei suoi Libri, ha ringraziato Roberto Saviano per la menzione ed ha parlato della sua visione del mondo dei libri.

Secondo la Ferrante, ognuno può far di un libro ciò che vuole, addirittura può utilizzarlo per sistemare una gamba di un tavolino traballante.

L'immagine del tavolino è forte ma la scrittrice spiega la metafora utilizzata per chiarire l'idea che "i libri devono cercarsi da soli una strada". Un libro può avere successo o rimanere semisconosciuto al pubblico, ma resta a chi lo acquista e più di tutto a chi lo legge. A chi cioè lo prende e lo stropiccia, a chi lo fa proprio, a chi ne conserva l'odore e il sapore anche dopo averlo letto, chiuso, buttato o, appunto, utilizzato per tenere su un tavolino sghembo. Se poi quel tavolino oltre che sbilenco è anche tarlato, allora un libro non potrà reggerlo a lungo.

La Ferrante analizza così il Premio Strega, che oramai da anni è considerato una passerella delle grandi casi editrici italiane che, ogni anno, si dividono il Premio e le Candidature.

Lo spazio per le piccole case editrici è pressoché nullo. Allora la scrittrice ipotizza il ruolo che potrebbe avere la sua candidatura al premio, sia nel caso la candidatura arrivasse a portare il libro tra i 5 finalisti, sia nel caso non ci arrivasse. In caso positivo, la candidatura o addirittura la vincita avrebbe il ruolo di smentire il fatto che i giochi sono già predisposti; in caso negativo, la sua mancata entrata nella cinquina finale, avvallerebbe ciò che tutti dicono, compreso Roberto Saviano, che il Premio Strega è pilotato sin dall'inizio ed il meccanismo di scelta favorisce le grandi casi editrici e gli scrittori che possono e vogliono sapersi presentare e mantenersi nella scia giusta per ottenere contatti e arrivare al successo.

Insomma, secondo la Ferrante il suo libro non c'entra con tutto questo e, seppur ringraziando per la candidatura, ribadisce che il suo anonimato è dovuto proprio al fatto di volersi sottrarre dai meccanismi di potere, simpatie e relazioni del mondo editoriale. Se un libro ha gambe, camminerà comunque e dovunque, proprio come è successo con i suoi.

In attesa di capire come si evolverà la situazione, la presentatrice e scrittrice Serena Dandini, anche lei "Amica della domenica", sostiene e rilancia la candidatura di Elena Ferrante. Mentre lo scrittore Sandro Veronesi dichiara che se venisse accettato il libro della Ferrante, si dimetterebbe dalla giuria.