E' stato recentemente presentato alla libreria Feltrinelli di Latina, con l'ausilio di Luciana Mattei, l'ultimo romanzo di Rossana Carturan: "Adele", edito da Caracò (che in napoletano vuol dire chiocciola) e collocato nella collana "Singoli".

"Adele" è un libro che finisce per essere una piacevole occasione per riflettere sull'utilità della letteratura nell'indispensabile ricerca di quella bellezza che dona un senso al nostro quotidiano peregrinare da un'emozione all'altra. Un peregrinare che non è solo bisogno d'evadere da un presente non facile ma, in fin dei conti, una disperata ricerca d'amore e di quella poesia che ci fa tornare "fanciullini", puri, senza i secondi fini dell'età adulta.

La letteratura e la scrittura in senso lato sono anche uno straordinario mezzo di lotta per affermare i propri diritti e la propria dignità, in questo caso per la sofferta ricerca dell'eguaglianza tra uomo e donna, in un'epoca, l'Italia degli anni '50, in cui una famiglia poteva permettersi di mantenere agli studi un solo figlio e doveva quindi fare delle scelte precise che scontentavano sempre qualcuno.

La protagonista della storia

Adele Monsagrati - personaggio principale di questa storia - è una piccola grande donna, minuta nel fisico, ma molto forte di carattere, che tra tante difficoltà ha il grande merito di lottare per le cose in cui crede davvero, facendo leva non tanto sulla sua capacità di scrittura quanto sulla coerenza con la quale difende i suoi ideali contro tutto e tutti.

Ha sposato uno dei migliori ingegneri di una città del nord, nei primi anni '50. Il suo è un cammino lungo ma catartico, emblematico, un faticoso percorso di liberazione e di riscatto da un destino che sembra già scritto da una famiglia numerosa e problematica, in cui i ruoli sono assegnati per una sorta di volontà superiore, dove non c'è tempo per quella poesia di cui lei ha invece un disperato bisogno, al punto da riempire la casa di libri e da riuscire a mantenere, attraverso di essa, un legame sottile col figlio Giulio.

Adele Monsagrati è una che butta il cuore oltre l'ostacolo quando il gioco si fa sporco. Per fortuna va detto che oggi di donne con questo coraggio ce ne sono tante, grazie alla progressiva presa di coscienza del proprio valore anche in ambito lavorativo, ma un tempo non era così: la figura della donna era di fatto subalterna all'uomo.

A metà tra le atmosfere di certi film di Pupi Avati (es. "Una famiglia") e quelle delle saghe familiari della Allende, "Adele" è una sintesi del lungo cammino verso l'eguaglianza sostanziale, ma anche un modo di riflettere su alcune pagine della storia del nostro Paese e precisamente quelle degli "anni di piombo". Esse sono rimaste ancora tutte da interpretare, con alcuni interrogativi senza risposta sul confine tra bene e male, perché in Italia spesso le cose non sono come sembrano.

Concludiamo ricordando che l'autrice Rossana Carturan aveva già dato una bella prova delle sue capacità letterarie nel romanzo "Quando le volpi si sposano".