Volete vedere i mappamondi e le sfere che intendono non solo rappresentare il mondo, ma inviare un grido d'aiuto per un pianeta che stiamo distruggendo con le nostre stesse mani? Ebbene allora andate al museo Poldi Pezzoli, dove sino al 4 maggio è possibile ammirare una rassegna di opere curata da Beppe Finessi con la collaborazione di Foscarini con Inventario e lo stesso Museo Poldi Pezzoli. Oltre ai mappamondi di tutte le fogge, persino uno, realizzato con un gomitolo di fili color bianco su cui l'artista ha intagliato le forme dei vari continenti che si stagliano, miracolo, su fili ecrù, potrete ammirare opere straordinariamente originali e stravaganti che pure, tutte indistintamente, lanciano un appello a quell'ecosostenibilità che rimane un unico strumento di salvezza contro l'inquinamento e la rovina.
Ci sono ad esempio i sette vasi di Lorenzo Damiani, messi in fila, uno accanto all'altro. Il primo su scanalature longitudinali intervallate da spazi lisci che rappresentano i continenti, poi via via sino ad arrivare all'ultimo dove esistono solo scanalature e il continente è scomparso. Si intitola per l'appunto 'L'immagine del pianeta sparirà per sempre' Sono sette, come i giorni in cui Dio fece il mondo, peccato che qui il processo si sia compiuto al contrario.
Nella sala dei tappeti preziosissimi si può ammirare un Bukhara di Mona Hatoum, opera del 2007. Anche qui un bukhara meraviglioso che è stato appositamente raso in certi punti per disegnare il mondo, ma una particolarità, col suolo dimensionato nella sua reale proporzione come da proiezione di Gall Peters.
Sappiamo tutti che le carte comunemente usate non rendono fedelmente le dimensioni di Africa, India e Asia.
Poi ancora un'opera di Piero Manzoni, quel grande e stralunato artista milanese cui Palazzo Reale ha dedicato una mostra attenta appena lo scorso anno. Qui al Poldi troviamo 'Tavole d'accertamento Irlanda e Islanda 1958'.
Ed ancora tra una collezione di ori e un San Sebastiano del Crivelli in una bacheca di cristallo, una moneta di Elisabetta Benassi del 2009. Il titolo è quanto mai singolare. Per una lira io vendo tutti i sogni miei. Profetico annuncio ancora una volta. In stallo l'Italia intera. Cosa vediamo? È per l'appunto una lira, ma dentro, sottratte le immagini delle spighe, rimane solo il corpo dello stivale, intorno completamente scarnificato, il vuoto.
Poi ancora la sala dei pittori concettuali, con un grande pannello che rappresenta la Sicilia fatta di parole, opera di Salvo (1975), ed infine in un angolo dentro una bella scatola Algeri Casbah ( 2008) di Elisabetta di Maggio. Ma dove è disegnata la mappa della Casbah di Algeri, su saponi cubici. È incisa con precisione calligrafica niente meno su saponette cubiche e bianche cangianti, come le mura di calce del sud del mondo.
Una vera mirabilia di idee nuove e ricolme di richieste d'aiuto. Per questo tale mostra va visitata, anche dai bambini. Che ognuno si formi una coscienza personale su un pianeta tanto meraviglioso ma tanto gravemente ammalato.