Il termine "alta Moda" richiama la lavorazione artigianale dei tessuti e dei materiali in favore della produzione di un capo unico e inimitabile realizzato da un vero e proprio artista. Una "bellissima" alta moda che interpreta ciascun capo o accessorio come un' opera d'arte.
La location. Il museo MAXXI di Roma presenta lo scenario della nascita e crescita dell'alta moda italiana attraverso la mostra "Bellissima". Al quarto piano dell'edificio, la galleria 5 si apre su una grande sala illuminata dalla luce naturale che penetra attraverso una scenografica vetrata.
Al centro, disposta in maniera circolare, troviamo la grande passerella sulla quale poggiano diversi manichini.
La mostra. Il percorso dell'alta moda italiana viene spiegato attraverso capi e degli accessori alternati a didascalie che raccontano le molteplici fasi di innovazione, a partire dal primissimo dopo guerra (1945) fino al 1969. Le 8 fasi - "Arty", "Giorno", "Bianco e Nero", "Cinema", "Gran Sera", "Cocktail", "Esotismi" e "Space" - indicano, passo dopo passo, le innovazioni della moda influenzata dall'aspetto storico-sociale che caratterizzava l'Italia in quegli anni. Dalla cooperazione artista-stilista nella produzione di capi che si ispirano a opere d'arte, come nel caso di Roberto Capucci o Germana Marucelli, alla creazione di un lusso quotidano, che non investe più su abiti impegntivi e pomposi negli anni '50-'60.
O ancora l'importanza della bicromia bianco-nero come modo nuovo di sottolineare la silhouette femminile creando una linea moderna. In evidenza anche il ruolo del cinema, che veste i manichini di modelli simboli di eleganza e femminilità indossati da grandi nomi dello schermo come Audrey Hepburn e Elizabeth Taylor. In questa fase è importante la firma delle sorelle Fontana, che aprirono il proprio laboratorio nei pressi di Piazza di Spagna, a Roma, diffondendo il gusto e la qualità della sartorialità italiana.
Anche l'innovazione dell'abito da sera è messa in evidenza, tramite le creazioni di stilisti come Shuberth: i manichini ,in questo caso, indossano capi di alta sartoria, soprattutto in seta, richiamando la necessità di essere osservati e inividiati, negli anni '40-'50 negli atri dei teatri e nelle sale da ballo. Tra le più grandi novità che la mostra presenta troviamo l'abito da cocktail: dalla linea a corolla e media lunghezza - longuette - giunge, negli anni '60, ad un più disinvolto tailleur a pantalone accessoriato da gioielli vistosi e tacchi spessi.
Segue la sfilata una selezione di capi di ispirazione orientale, dai colori pastello e dalla decorazione ricca e arabeggiante. Trionfa qui Valentino con un abito da sera in raso, monospalla, bordato con paillettes e strass che richiama un paesaggio estremamente esotico, meta desiderata di viaggio per gli anni '60. Chiude la passerella una collezione ispirata al futuro: frange, paillettes e alluminio sono i materiali principali. Viene così rispecchiata la nuova generazione, cresciuta tra locali metropolitani alla moda e serie telelvisive in bianco e nero.
Il progetto. Ma chi troviamo dietro le quinte della "sfilata" dell'alta moda italiana? In primo luogo Maria Luisa Frisa, direttore del Corso di Laurea in Design della moda e Arti multimediali all'Università Iuav di Venezia.
Insieme a lei, a curare la mostra, incontriamo Anna Mattirolo, direttore di MAXXI Arte e Stefano Tonchi, direttore della rivista statunitense di moda W.
Visite."Bellissima" sarà accessibile ai suoi futuri curiosi visitatori fino al 1 maggio 2015, presso il museo MAXXI di Roma.