Chi sia Leonardo lo sanno tutti, ma quali tesori inestimabili saranno presenti in mostra ancora forse non molti lo sanno, anche se la stampa ha dato ampio eco alla cosa. La mostra si aprirà al pubblico domani 15 aprile e sarà visitabile sino al 19 luglio 2015. L'apertura dell'evento coincide con la Fiera del Mobile di Milano e va a cadere con l'anniversario della nascita di questo genio poliedrico e multiforme che veniva alla luce a Vinci proprio il 15 aprile 1452, figlio illegittimo di un notaio che avrà ben dodici figli.

Sul patrimonio esposto, dal momento che questo evento è per importanza e prestigio, unico al mondo, si è già detto, ma vale la pena di ripetere.

Si troveranno esposti oltre 110 disegni autografi, codici e incunaboli di valore inestimabile provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana, dal British Museum e dalla Royal Collection di Windsor, sette dipinti, alcune macchine realizzate dal genio e i dipinti dei grandi che lo hanno preceduto e sui quali si è formato.

Per quanto attiene i dipinti oggi ci dilungheremo su uno dei dipinti più importanti della mostra La Belle Ferroniere. La Belle Ferroniere realizzato tra il 1490 e 1495 proviene dal Museo del Louvre ed è stata oggetto di recente di un importante restauro. Sulle attribuzioni dell'identità della donna la critica non si è chiarita. Alcuni ritengono sia Lucrezia Crivelli, l'amante di Ludovico il Moro, ma altri credono possa essere Cecilia Gallerani.

Si fanno sull'identità ancora altre ipotesi, si parla di Isabella D'Este, o della sorella Beatrice o anche Elisabetta Gonzaga.

Certo è che questo ritratto, diversamente dagli altri, possiede una sua qualità, sa stagliarsi sullo sfondo più di quanto non facciano tutti gli altri ritratti. E quello che attrae è proprio la lieve torsione del volto e quello sguardo sicuro e fiero.

Quale è l'origine della parola 'ferroniere'? Si riferisce al monile sulla fronte della bella dama, e sembra che a lanciarne la moda sia stata l'amante del re Francesco I, che si chiamava Madam Ferron.

Ma l'uso di tali monili a quell'epoca più che per bellezza servivano a coprire le deturpazioni della sifilide. E ritornando al ritratto e a quello sguardo, più che essere misterioso, lo sguardo della dama è penetrante, in una postura di piena compostezza sembra sprigionare un fascino libero e indipendente.

Non sono sfarzose le vesti, anzi troppo castigate. Ma è proprio questo che dà classe al ritratto. Ancora dunque lontani dalle sfumature evanescenti e dai contrasti di chiaroscuro di quadri successivi. Un tripudio di compostezza, da creatura bella, ma, per una forza tutta interiore, forse mai irraggiungibile. Un quadro questo che rimane stupefacente, ma che non gode la notorietà di altri.