Lo studio Ghibli è uno studio cinematografico fondato nel giugno 1985 da Miyazaki e dal suo socio e mentoreTakahata. Ha dato vita ad anime conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, contribuendo alla rivalutazione di questo genere a livello mondiale.“Quando c’era Marnie” è il nuovo (e forse ultimo) film dello studio, diretto da Hiromasa Yonebashi, regista giapponese 42enne e allievo prediletto di Miyazaki. A circa un anno di distanza dall’uscita nei Cinema giapponesi, il film approderà nelle sale italiane distribuito dalla Lucky Red solo per tre giorni: il 24, 25 e 26 agosto.

Il doppiaggio italiano è affidato a Gualtiero Cannarsi. I dialoghi sono tutti molto fluidi, anche se ogni tanto qualche soluzione adottata per rimanere fedeli alla lingua giapponese sembrerà un po’ strana.

Trama

Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo per ragazzi di Joan G. Robinson trasportato però in Giappone, più precisamente ad Hokkaido. Yonebayashi ne ha realizzato da solo la sceneggiatura e storyboard, una “fatica” lunga ben 18 mesi. L’opera vede due protagonisti femminili, la mascolina e introversa Anna e la bionda misteriosa Marnie che dà il titolo al film. Anna è una ragazzina di 12 anni rimasta orfana, molto solitaria e ombrosa, vive con una coppia di lontani parenti in uno sperduto villaggio sulla costa.

La sua più grande passione è il disegno, ma per rimanere nel suo isolamento non mostra le sue incredibili doti a nessuno.

In una villa in rovina Anna incontra Marnie, una ragazzina bionda e apparentemente spensierata con la quale instaurerà una profonda e complessa amicizia in bilico tra sogno e realtà. Gli appuntamenti di gioco e picnic tra le due ragazze sono sospesi tra la vita di tutti i giorni e la loro immaginazione.

Anna è un personaggio chiuso e solitario, ma sono proprio queste caratteristiche a rendere interessante il suo personaggio, soprattutto quando con l’avanzare del film ne vengono svelati altri aspetti.L’anime è splendidamente animato e disegnato, con sfondi realizzati in maniera incredibile, un vero piacere per gli occhi.“Quando c’era Marnie" dimostra che lo studio Ghibli è in grado di sopravvivere anche senza le insostituibili figure da Hayao Miyazaki e Isao Takahata, mantenendo il proprio DNA e sfornando un’opera davvero di alto livello.