Il 21 ottobre 2015 sta per arrivare e con esso, con un po’ di fantasia, potrebbero arrivare, sulla loro DeLorean in versione “macchina del tempo”, anche i due protagonisti di “Ritorno al futuro II”, Doc Brown (Christopher Lloyd) e Marty McFly (Michael J. Fox).

Infatti, nel secondo film della fortunata serie, che uscì nel 1989, i nostri due eroi viaggiano nel futuro e fissano, nel timer della loro macchina del tempo, la data del 21 ottobre 2015.

Il mondo futuro che i due trovano nel film non è molto diverso dal nostro e, a parte l’errore di non aver immaginato Internet, gli sceneggiatori hanno previsto praticamente tutto.

A trent’anni dal primo film della serie

Sempre quest’anno ricorre il 30° anniversario dell’uscita del primo film della serie “Ritorno al futuro” in Italia e, nei prossimi giorni, sono previste diverse celebrazioni in tutto il mondo per festeggiare la famosa trilogia pensata dallo sceneggiatore Bob Gale e diretta dal regista Robert Zemeckis.

Negli Usa è stata addirittura presentata una petizione al presidente Obama per fare in modo che quest’ultimo dichiari il 21 ottobre festa nazionale.

Soprattutto il secondo film di questa trilogia, cioè quello che immagina il futuro (e il nostro presente), è molto amato anche perché suscita il divertente gioco delle verifiche sulle cose che si sono avverate o no.

“Ritorno al futuro II” aveva previsto quasi tutto

Tra le cose presenti nel film che si sono avverate annoveriamo: un dispositivo che cuoce istantaneamente e che può essere paragonato ai nostri forni a microonde; un visore che permette di comunicare come gli occhiali Google Glass; gli skateboard a levitazione praticamente identici all’Hendo Hoover appena brevettato.

Altre cose immaginate dagli autori del film e che possono essere paragonate a qualcosa di esistente sono la casa domotica, con funzioni automatiche regolate da un computer, e le videochiamate.

Risultano assenti nella nostra realtà (ma, a quanto pare, ancora per poco) i due dispositivi che nel film fanno addormentare improvvisamente e fanno materializzare le bibite al banco del bar.

Ma la mancanza più grave è il non aver immaginato il nostro Internet, considerato che l’epoca in cui venne pensato il film, gli anni ’80, che già era satura di personal computer.