Non è stato molto in silenzio il musicista bolognese. Infatti circa tre mesi fa Parisi, nel pieno caldo d’agosto, ha pubblicato il singolo “Ce la possiamo fare”. Un titolo, quest’ultimo, che voleva essere un’incitazione a non essere preda della disperazione. Ora il cantautore si ripresenta con un lavoro di più largo respiro: un Cd con undici brani intitolato “I tipi duri non scendono dal treno”. L’album è stato pubblicato il 26 ottobre, Edizioni musicali Videoradio.
Il titolo dell’album
“Volevo una metafora non molto sfruttata per il mio nuovo album.
Tuttavia, dopo aver scelto l’ordine cronologico dei brani che lo avrebbero costituito, mi sono trovato di fronte al dilemma del titolo. Ho esaminato il materiale esistente nell’ambito delle massime o aforismi circolanti. Ma ho trovato poca roba che potesse tornare utile. Così mi son proposto di inventare io stesso un nuovo aforisma o in qualsiasi modo si voglia definire il titolo del mio disco”, ha dichiarato Mimmo Parisi. E insieme al titolo è nata un’altra canzone. Omonima, ovviamente. “I tipi duri non scendono dal treno”, in definitiva e abbastanza facilmente da intuire, definisce una particolare categoria di persone: quelle che hanno un progetto. Potete fare il ciabattino, il filosofo o qualunque altra attività, l’importante, sembra dire Parisi, è che voi quel progetto per il quale (probabilmente) vi trovate su questo pianeta, lo portiate a termine.
Con grande o piccola fortuna, perché non si ‘scende’ dal proprio progetto!
I brani presenti
Gli undici brani che costituiscono il Cd sono realizzati, come è tipico di questo cantautore, all’insegna dell’attenzione per gli argomenti che s’insinuano sotto i titoli. Della title track “I tipi duri non scendono dal treno”, si è discusso.
“Angelo del rock” presenta l’accorato ringraziamento di Parisi verso la musica – più precisamente e come specifica il titolo, verso il rock – sentita come una possibilità per sollevarsi dalla banalità (d’altra parte chi può sollevarsi meglio di un angelo?). Non può mancare uno sguardo – la canzone è “Bambino” – alla canonica età dell’oro, quando di oro ne gira niente ma di fantasia tanta.
Con “Ci sarà pure un’isola” il salto è ripido; la società che gira intorno – giusto per parafrasare Ivano Fossati – non sembra molto centrata secondo il cantautore bolognese.
“Controvento”, per certi versi continua il discorso critico del brano precedente e lega anche con “I tipi duri non scendono dal treno” (ergersi controvento significa, alla fine, portare avanti il proprio impeto progettuale). Mimmo Parisi, pur se perplesso verso il futuro, in “Eppure brilla la luce” si affida all’ottimismo: brano che non ha bisogno di molta esegesi. “Nella notte” è la celebrazione dell’universo notturno che, pur colorato da una sottile solitudine, porta l’individuo alla riflessione. In chiave metal arriva “Non ti guardare mai dietro”: che Parisi sia un cantautore sui generis è perfettamente testimoniato dal treno ritmico che questo brano fa viaggiare sul ferro dei binari rock!
Con un’apertura orchestrale e, comunque, rock tra le pieghe nascoste delle armonie degli archi e gli accenti dei timpani sinfonici, si presenta – qui la voce di Parisi appare increspata dalla delusione – “Sembri Frozen”. Questo articolato Cd si chiude con “Solo 5 minuti”, brano che incita a regalare qualche minuto della propria attenzione a chi, in un momento critico della propria esistenza, ha bisogno e bussa.