Un amore può essere allo stesso tempo dolce e furioso, poeticoe selvaggio? È il miracolo di un sentimento insiemetenero e tumultuosoche interessa lo sguardo di Claudio Cupellini, regista di 'Alaska', con Elio Germano e Astrid Bergès-Frisbey, un film (in uscita in Italia il prossimo 5 novembre) che non intenderaccontare la realtà monocorde di un'esistenza comune, ma rincorre l'epico e il prodigioso, l'illusione che la vita possa essere davvero eccezionale e rocambolesca: Fausto, italiano emigrato a Parigi e impiegato in un albergo, s'innamora di Nadine, coetanea francese dalla bellezza angelica che controvoglia intraprende il mestiere di modella.

Il loro amore è un incendio, una passione totalizzante che li divora e li stordisce,finendo a più riprese per strapazzarli e dividerli.L'attenzione del regista, demiurgo eosservatore onnisciente, è ora concentrata sulla loro vita a due ora ripartita tra le esistenze parallele che Fausto e Nadine conducono separatamente, nei momenti di allontanamento e rottura. Anime fragili e gemelle, creature borderline (lui avvelenato una sfrenata ambizione e disposto a corteggiare il crimine pur di ottenere ciò che vuole; lei insoddisfatta e prigioniera di una vita che non vuole vivere), i due protagonisti del film riconoscono l'uno nell'altra la propria appartenenza, l'unico senso di un infinito girotondo.

La recensione

In un'epoca profondamente caratterizzata daun gusto di sottrazione, sorprende il coraggio del regista di proporre un film apertamente espressionista, quasi picaresco nell'affastellare avventure e peripezie, nell'allinearerovesci improvvisi di fortuna. C'è un senso tragico e profondamente romanzesco alla base di 'Alaska', l'ingordigia di vivere e amare anche a costo di inzaccherarsi del tutto nel pantano dei propri errori.

Il regista opera una sintesi felice tra azione e dramma, noir e romanticismo, mescolando intuizioni e influenze, generi e linguaggi distanti, ma l'impressione è che questa storiadi amore e violenza in fondo dischiuda un orizzonte luminoso, la voglia di credere, nonostante tutto, alla possibilità di essere felici.