Se Netflix si sta facendo conoscere al grande pubblico sopratutto per le molteplici serie televisive dall’eccelsa qualità come quelle supereroistiche incentrate sui personaggi di Daredevil e di Jessica Jones, la stessa piattaforma online si è voluta impegnare parallelamente anche sul versante cinematografico distribuendo svariate pellicole che si potranno vedere esclusivamente sul presente canale on demand.
Una fra queste è per l'appunto "The Ridiculous 6"prodotta dalla Happy Madison Production, la casa di produzione dell’attore Adam Sandler.
Il film, in rete dall’11 dicembre 2015, è diretto da Frank Coraci, ed oltre ad Adam Sandler nelle vesti di protagonista, annovera nel cast persino altri interpreti dalle spiccate doti comiche tipo Terry Crews, Rob Shneider, Luke Wilson ed un inedito Taylor Lautner.
Recensione
Indubbiamente,"The Ridiculous 6" riscontra oggettivamente tanti pregi a partire dalla regia. Quest’ultima difatti, pur essendo sfruttata per la realizzazione di un’opera demenziale, oltre a dimostrarsi genericamente ottima a livello grammaticale, adopera perfino in modo appropriato la macchina a mano e ricalca taluni stilemi registici tipici del genere spaghetti western (in primis la trilogia del dollaro diretta da Sergio Leone), quali l’attacco in asse, le pistole riprese nel dettaglio e l’allusione visiva nei titoli di coda a quelli di testa della categoria filmica suddetta.
Oltretutto, FrankCoraci riprende pure certi aspetti espressivi dalla cinematografia horror, ma ridicolizzandoli in funzione delle gag. Il film per di più, concepito come parodia de "I magnifici sette" del 1960 di John Sturges, gioca ed ironizza sul misticismo che ha da sempre avvolto gli indiani d’America, sulla stupidità degli uomini di frontiera, sui tutto fare dell’epoca, sulla violenza imperante nel selvaggio west, sulla musica country e, sulla storia, la letteratura e la cultura sportiva statunitense.
Inoltre, in "The Ridiculous 6" vengono sbeffeggiate eccentriche perversioni sessuali e ci si burla degli stereotipi razziali. Infine, a tutto ciò si aggiungono le citazioni di pellicole come "Forrest Gump" e "Wanted". Nonostante questo e malgrado i singolari talenti dei ridicoli sei (a differenza delle doti ben più adeguate e fruttuose dei magnifici sette), alcuni dei quali si riveleranno stranamente utili e risolutori, il problema del film sta proprio nel suo soffrire spesso e volentieri di un umorismo molto poco incalzante.
Nella sceneggiatura scritta da Sandler e Tim Herlihy(già sceneggiatore di "Pixels")si nota che le intenzioni sono più che buone e che c’è una pregevole idea di fondo; tuttavia, la risata stenta ad arrivare, a parte che in sporadici casi, come lo era stato a suo tempo in "Un milione di modi per morire nel West" diretto da Seth McFarlane, portando così "The Ridiculous 6" a non adempiere al compito principale assegnatogli e cioè quello di divertire, e di far sorridere il pubblico con una considerevole continuità, dimostrandosi riuscito quasi unicamente a livello propriamente formale e quindi, soltanto per metà.