Non è la prima volta per i ragazzi della rock band italiana The Sun al programma Bel Tempo Si Spera di TV2000.La conduttrice Lucia Ascione inizia l’intervista rivolgendosi a Francesco, classe 1982 e cantante del gruppo, con la domanda «Chi siete oggi rispetto a 18 anni fa?» Francesco risponde che innanzitutto sono sempre amici, ma di cambiamenti ce ne sono stati molti e oggi sono ancora più uniti, più belli, più fraterni, e nella loro professione di musicisti stanno unendo sempre più persone.
Il viaggio in Terra Santa dei The Sun
L’intervista poi continua spostandosi su un tema strettamente collegato alla fede: il viaggio in Terra Santa.
A questo proposito Riccardo, classe 1981 e batterista del gruppo, interviene e parla di come è diversa l’aria che hanno respirato lì rispetto a ciò che descrivono in media. In quei luoghi infatti si possono trovare persone che fanno azioni concrete per aiutare gli altri, senza distinzioni di razza e religione.
E i The Sun ne sono rimasti talmente colpiti che nel 2014, quando hanno ricevuto nuovamente l’invito da Don Mario Cornioli di tornare nella Terra di Nostro Signore, hanno pensato bene di portare circa 200 persone assieme a loro. Quest’anno rivivranno la stessa esperienza con Un Invito Poi Un Viaggio 2016.
E qui interviene nuovamente Francesco affermando che Un Invito Poi Un Viaggio non è un semplice pellegrinaggio, ma qualcosa di unico nel suo genere, che permetterà a tutti quelli che vi parteciperanno di fare amicizia, di ascoltare buona musica e di vivere un’avventura che porterà a dei risultati concreti nella conoscenza di sé stessi.
I The Sun poi staranno a contatto con i partecipanti in tutte le tappe di Un Invito Poi Un Viaggio perché, ci tiene a precisare Gianluca, chitarrista della band classe 1979, loro sono un mezzo e non i miti da ammirare da lontano. Sono pellegrini uguali ai loro fan con i quali è possibile vivere pienamente esperienze di fede e amore e con cui possono nascere rapporti di amicizia.
E per essere ancora più incisivi, alla domanda di Lucia Ascione rivolta a Matteo, bassista del gruppo classe 1984, «Perché si ritorna?» lui risponde che è giusto far toccare con mano cosa succede veramente in quella Terra, perché da ciò che traspare dai media non si può comprendere pienamente.
Le case di Mosul: la musica dei The Sun non si ferma alla Terra Santa
I The Sun però non si sono fermati alla Terra Santa, perché hanno deciso di dedicare un loro brano, Le case di Mosul, alla situazione in Iraq. Attraverso la loro professione, la band vicentina ormai maggiorenne fa conoscere alla gente ciò che i media non dicono, o dicono solo a metà. È giusto sapere cosa accade realmente intorno a noi, per poter esprimere un’opinione vera su fatti di vita civile, economica e culturale.
E visto che mancano pochissimi giorni alla Giornata della Memoria, questi temi dovrebbero servire per far riflettere i più, perché l’umanità ha ancora molto da imparare.
I The Sun sposano una causa e alla domanda «Perché lo fate, visto che in un mondo spietato come questo si rischia di vendere meno dischi?» Riccardo risponde con forza dicendo che non si può più star zitti quando vedi e conosci certe realtà.
E in fondo non è proprio questo che dovrebbe fare un artista? Vale a dire esprimere con la propria arte le proprie emozioni ed esperienze di vita?
Per i The Sun, a quanto pare, l’essere veri e sinceri alla fine ha portato fortuna, perché il loro ultimo album Cuore Aperto è riuscito ad entrare nelle prime 30 posizioni della classifica FIMI, senza promozione in radio e tv, ma solo con l’aiuto del passaparola sui social network da chi li sostiene.