Il filosofo e studiosoUmberto Ecoè morto ieri notte, 19 febbraio, all'età di 84 anni. È stato un uomo di vasta cultura: docente universitario, scrittore/saggista e giornalista, grande studioso e collezionista di Libri antichi, conosceva perfettamente 4-5 lingue (si occupò di varie traduzioni) ma soprattutto degno rappresentante della semiotica nel mondo. Ci lascia così uno dei più autorevoli rappresentanti della cultura contemporanea, ad onor del vero forse più apprezzato all'estero che in patria, per esempio in Germania o nei paesi del Sud America dove ebbe un grande successo editoriale.

Qualche hanno fa confidò di aver ottenuto in ritardo la cattedra, perché non era sua consuetudine fare le onorificenze ai baroni. Inoltre, rifiutò diversi incarichi da docente negli USA. Umberto Eco lavorò tanti anni come corrispondente in Sud America per il quotidiano "L'Espresso", poi entrò a far parte del "Manifesto" e la "Repubblica", dove si occupò soprattutto di questioni politiche. Era uomo di grande onestà intellettuale, e per questo motivo talvolta risultava "scomodo". In passato non risparmiò critiche anche ad un illustre esponente della cultura di sinistra come Pier Paolo Pasolini.

Recentemente si percepiva una posizione di netta distanza dalle vicende politiche e di potere. Questa presa di posizione emergeva dalle dichiarazioni sovente pungenti, verso i più autorevoli rappresentanti della politica italiana.

Nel 2011, in riferimento a Silvio Berlusconi,disse: "Siamo governati da uno schizofrenico" ed ancora: "non si vuole dimettere, perché il giorno che non avesse più potere si ritroverebbe nelle mani della magistratura". Posizioni critiche anche verso i mezzi di comunicazione moderni come Internet e i social network. Nel 2015 dichiarò pubblicamente: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli".

Umberto Eco: "Siamo governati da uno schizofrenico" (Palasharp, 05/02/2011)

Breve biografia

Nacque ad Alessandria nel 1932, ma romano d'adozione, proveniente da famiglia umile (il padre aveva un negozio di ferramenta). Si laureò in filosofia a Torino nel 1952, dove diede una tesi su San Tommaso d'Aquino. Nel 1954 entrò alla Rai, dove vinse un concorso per la ricerca di nuovi funzionari.

Dal 1959 al 1975 fu condirettore della casa editrice Bompiani, e sempre nel 1975 a Bologna ottenne la cattedra di Semiotica. Il suo primo successo editoriale fu nel 1962 con il saggio "Opera aperta" che gli diede grande notorietà soprattutto in campo internazionale. Nel 1968 uscì il libro "La struttura assente", il primo dedicato alla semiotica, seguito da altre pubblicazioni editoriali a tema. Nel 1971 diede vita a "Versus", una delle più importanti riviste di semiotica internazionale.

Negli anni, furono tantissime le collaborazioni coi giornali, seminari internazionali, opere pubblicate e sue traduzioni. Ma il vero successo editoriale arrivò nel 1980 con la pubblicazione del libro: "Il nome della rosa".

Il romanzo ottenne fin da subito un grande seguito di lettori in tutto il mondo, sostenuto anche dalla critica letteraria; fu tradotto in ben 47 lingue. In seguito, Umberto Eco confidò che l'opera fu ispirata alle tristi vicende legate al terrorismo. Nella sua carriera ha ricevuto quaranta lauree honoris causa dalle università di tutto il mondo e ha sfiorato diverse volte il Premio Nobel per la Letteratura.

Alcuni pensieri di Eco

"Chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera".

"Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia".

"Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue...".

"Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria.

Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito. Perché la lettura è un'immortalità all'indietro".

"Per non apparire sciocco dopo, rinuncio ad apparire astuto ora. Lasciami pensare sino a domani, almeno".