Qualche giorno fa è esploso sui social network il caso "petaloso". La simpatica storia di Matteo, che avrebbe coniato il neologismo, è in breve diventata virale e tutti, un po' per scherzo e un po' sul serio, hanno iniziato a domandarsi: se l'aggettivo "petaloso" ha ottenuto l'approvazione della Crusca, perché non potrebbe accadere lo stesso con il termine "x" o "y"?. Qualcuno, a cui la questione sta particolarmente a cuore, non ha esitato a rivolgersi all'Accademia della Crusca stessa, in cerca di un assenso in merito ai neologismi più fantasiosi.

Se anche tu stai pensando di scrivere all'Accademia, nella speranza di vedere riportato sul vocabolario della lingua italiana "problemoso", "smartphonico" e via discorrendo, fermati e continua a leggere.

Basta davvero l'intervento normativo di un gruppo di studiosi per arricchire una lingua di nuove parole? In caso negativo, di cosa si occupa la Crusca?

Cominciamo daquest'ultimoquesito. L' Accademia della Crusca nasce a Firenze tra il 1582 e il 1583, ad opera di un gruppo diletterati fiorentini. Nel corso dei secoli, l'impegno principale dell'istituzione – a cui allude il nome stesso, e il motto "il più bel fiore ne coglie" – è stato quello di mantenere la "purezza" della lingua italiana; tale attività aveva uno scopo normativo, in quanto mirava a dare indicazioni su come scrivere e parlare (al 1612 risale il primo dizionario).

Tuttavia – e passiamo all'altro interrogativo – oggi l'Accademia ha compiti diversi:

  • Sostenere l'attività scientifica e la ricerca nel campo della linguistica e della filologia italiane.
  • Acquisire e diffondere la conoscenza storica dell'italiano e la consapevolezza delle sue attuali tendenze evolutive.
  • Favorire il plurilinguismo in Europa, mediante la collaborazione con enti nazionali ed internazionali.

Come si vede, tra le principali funzionidell'Accademia non rientra l'attività normativa in ambito linguistico.

Dunque, chi decide quali parole debba comprendereil vocabolario? Tale responsabilità, come precisato dalla dott.ssa Torchia (si veda il tweet riportato in basso), spetta ai parlanti: sono quest'ultimi, attraverso le loro scelte linguistiche, a determinare il successo di un neologismo ea far sì che, al contrario, un termine cada in disuso.

Concretamente, quando si procede alla stesura di un dizionario, vengono vagliati una serie di appositi corpora: grazie all'uso del computer si possono facilmente calcolare le occorrenze dei vari termini e, di conseguenza, determinare quali entreranno a far parte del nuovo vocabolario.