"La vendetta è nelle mani di Dio", recita la locandina. Un po' comequell'Oscar che Leonardo Di Caprio attendedall'inizio della carriera. Umorismo a parte, la sua interpretazione daprotagonista in "Revenant - Redivivo"(USA, 2015)non lascia per niente a desiderare, quanto a impatto emotivo sullo spettatore.

Il registaAlejandro Gonzalez Inarrituha scelto un taglio privo della leggerezza salgariana per il suo film d'avventura. Niente di romantico, ma passioni elementari vissute nella crudezza della natura e della guerra perenne.

Ispirato a una storia vera

"Revenant" si ispira liberamente alla vicenda diHugh Glass(1783 - 1833), esploratore che lavorava per compagnie di cacciatori di pellicce. Nacque in Pennsylvania da genitori scozzesi o irlandesi. Pare che sia stato un pirata e che abbia in seguito sposato una donna, Pawnee.

Quello che è sicuro è che, nel 1823, Glass fu aggredito da un orso grizzly,mentre si trovava lungo il Missouri a guidare la spedizione di caccia capeggiata dal generale William Ashley e dal capitano Andrew Henry. Abbandonato come morto, sopravvisse invece miracolosamente alle ferite e alla natura inclemente.

La trama del film

La storia di Hugh Glass è stata più volte abbellita ed amplificata, anche dal diretto interessato.

La versione di Inarritu si basa sul romanzo "The Revenant" diMichael Punke(2002).Nel 1823, una compagnia di cacciatori e venditori di pellicce è accampata lungo il Missouri. Dopo una battaglia contro i nativi Arikara, gli uomini sono costretti a cercare un percorso alternativo per raggiungere il forte che li attende. L'esploratore Hugh Glass (Leonardo Di Caprio) consiglia di abbandonare la barca, nascondere le pelli e proseguire via terra.

Nessuno è realmente entusiasta del piano, ma Glass è l'unico a conoscere quel territorio pericoloso. Ha persino convissuto con gli indigeni Pawnee; da una di loro ha avuto il figlio Hawk (Forrest Goodluck), che lo accompagna. Di lui, si dice che abbia ucciso un ufficiale che minacciava la sua famiglia.

Mentre si ritrova isolato, però, Glass viene aggredito da un orso grizzly e gravemente ferito.

La speranza che si salvi è quasi nulla. A malincuore, i compagni devono rinunciare a lui. Rimangono ad assisterlo il figlio e il giovane Jim Bridger (Will Poulter). Con loro resta anche John Fitzgerald (Tom Hardy), il meno affezionato e il più egoista, ma ingolosito dalla ricompensa promessa agli "infermieri" di Glass.

Presto, Fitzgerald cerca di sbarazzarsi del moribondo. Uccide Hawk che ha cercato di fermarlo; grazie a una bugia, convince Bridger a fuggire con lui. L'esploratore rimane semisepolto nella fossa a lui destinata. Ma, a quel punto, accade l'impensabile: si riprende e comincia ad essere protagonista di una vera e propria odissea, a caccia dell'assassino del figlio.

La filosofia

"Il vento non può abbattere un albero forte.

Se guardi i suoi rami, sembra che stia per cadere. Ma se guardi il tronco, capirai quanto sia solido". Sono le parole della defunta moglie di Glass, nel film. E quegli alberi scossi dalle tempeste fanno da contrappunto al calvario dell'esploratore.

In mezzo a quegli uomini lontani dalle famiglie, a volte aridi come Fitzgerald, Glass è l'unico a mantenere le proprie radici. Insieme alla forza fisica e all'esperienza, riesce a sopravvivere, e riesce a vedere degli esseri umanianche laddove gli altri "bianchi" non vedono che "selvaggi". La natura e i nativi, che sono solo minacce per gli altri, a lui possono anche essere amici. Perché ne parla la lingua.

Fra il Missouri e lo Yellowstone, quel Dio che Fitzgerald nomina continuamente - a mo' di spacconata - può essere un grasso scoiattolo che fa la grazia della vita a un cacciatore affamato.

Può essere quella forza intuita tanto dagli anglosassoni quanto dai Pawnee, alla quale soltanto spetta la vendetta.

Ciò che è sicuro è che "Revenant" offre uno spettacolo super-naturale: una volontà di sopravvivenza che resiste a ogni ragione, a ogni morte del cuore.