Massimo Popolizio e Gianni Toniolo raccontano a teatro uno scandalo tutto italiano, quello della Banca Romana. Al teatro Argentina, dal 4 aprile, dopo il successo delle stagioni precedenti, ritorna lo spettacolo "La verità, vi prego, sul denaro". Sul palcoscenico Massimo Popolizio, che di recente abbiamo visto nella miniserie rai in due puntate dal titolo "Io non mi arrendo" con Beppe Fiorello sulla vita del poliziotto Mancini, il primo militare italiano ad indagare sulla terra dei fuochi. Insieme all'attore genovese anche l'economista Gianni Toniolo che cercherà di spiegare i punti cardine della vicenda romana (ma tutta italiana) dello scandalo sul denaro.
La storia
I corsi e i ricorsi storici sono una costante nella vita e così lo scandalo delle banche del 1892 si è poi ripresentato, sotto varie forme e sotto altre vesti anche ai giorni nostri. Massimo Popolizio (che a breve vedremo nei panni del generale Cadorna nella miniserie "Il Confine" insieme a Edoardo Purgatori e Roberto Gudese) ripercorre la storia, quella che sul finire dell'Ottocento e poi nei primi anni del Novencento, ha colpito l'economia italiana. La crisi immobiliare ed economica di tutta Europa arriva anche nel nostro paese mettendo in crisi il sistema bancario già precario. Per cercare di arginare la crisi il governo decide di stampare altre banconote da far circolare sul mercato ma questo non basta.
La Banca Romana è in sofferenza e decide di agire da sola, allontanandosi dai dettami nazionali e così immette sul mercato delle banconote false stampate dalla stessa banca. Lo scandalo è in agguato e la questione, ricordata nei libri di storia come "lo scandalo della Banca Romana" finisce in parlamento. Ad affiancare Popolizio ci sarà sul palcoscenico Gianni Toniolo che, come in una staffetta, prenderà in mano la situazione e racconterà al pubblico come dalla Banca Romana sia nata la Banca D'Italia.
Lo spettacolo è promosso da AcomeA, società di gestione del risparmio. Prima della tappa romana Popolizio sarà a Bologna con lo spettacolo "Il prezzo" (tratto dal testo di Miller) con la compagnia Umberto Orsini.