Un gruppo di archeologi è sicuro: nella tomba di Shakespeare, nella Holy Trinity Church a Stratford-Upon-Avon, il teschio del Bardo non c’è più. Sotto la guida del dottor Kevin Colls della Staffordshire University, è stata condotta una campagna di indagini georadar e – sorpresa, ma non troppo – è emerso che la tomba risulta danneggiata nella zona della testa. Ergo, la tomba è stata aperta o rotta proprio in quel punto. Dunque, il teschio di William Shakespeare potrebbe non trovarsi dove dovrebbe.

"Maledetto sia colui che muove le mie ossa"

"Era una notte buia e tempestosa".

Sì, la leggenda potrebbe iniziare proprio così. Era una notte dell’anno 1794, quando qualcuno violò il sepolcro di Shakespeare e si portò via il cranio del grande scrittore. Da più di due secoli, questo racconto privo di reali riscontri continua a circolare, arricchendosi ogni volta di ulteriori particolari. Si dice che alla vicenda prese parte perfino Horace Walpole, il papà del romanzo goticocon il suo "Castello di Otranto". Si dice. A riempire la trama c’è poi la luce sinistra gettata dall’iscrizione sulla lapide presente sulla tomba di Shakespeare, che invoca una maledizione degna dei faraoni: “maledetto sia colui che muove le mie ossa”.

Un thriller di sicuro successo

Le recenti indagini del gruppo di archeologi guidato da Kevin Colls hanno fornito, per la prima volta, una oggettiva conferma della leggenda.

Quel danneggiamento della tomba, proprio nella zona della testa “non può essere frutto di cause naturali”, hanno detto. Per tutta risposta, il reverendo Patrick Taylor della Holy Trinity Church, ha dichiarato di essere ben contento di tutto questo interesse, ma che, di aprire la tomba così da spazzare via ogni dubbio, non se ne parla neppure per scherzo.

Il direttore dello Shakespeare Institute della Birmingham University, Michael Dobson, si è mostrato ancora più duro: georadar o meno, per lui la faccenda del teschio rimane solo una leggenda.

Sia come sia, gli ingredienti per un thriller di successo ci sono tutti, a partire da quella che si potrebbe interpretare come la volontà di mantenere una certa aura di mistero attorno all'intera faccenda.

Certo, gli ingredienti andrebbero poi dosati e mischiati a dovere perché, per sviluppare e raccontare una trama, per quanto buona, ci vuole pur sempre uno scrittore con un certo talento. Uno come Shakespeare, tanto per dire un nome.