Siamo rimasti ammaliati dalle loro interpretazioni nell'ultimo film di Claudio Caligari "Non essere cattivo", le quali hanno mostrato il loro talento e un immenso potenziale. Stiamo parlando di Luca Marinelli e Alessandro Borghi, chestasera si contenderanno le statuette di Miglior attore protagonista e Miglior attore non protagonista nella manifestazione dei David di Donatello, i cosiddetti "Oscar italiani". Gli attori romani hanno entrambi la possibilità di portarsi a casa ben due premi su due, o anche di spartirseli da bravi amici, gli stessi che abbiamo visto nel dramma di Caligari.

Marinelli e Borghi su tutti

I due giovani attori si sono distinti in particolar modo nella pellicola "Non essere cattivo", rappresentando il degrado e la criminalità dei ragazzi delle borgate romane, accentuandone il legame di fratellanza che unisce i due protagonisti, ed è lì che sono nominati per il premio attoriale più desiderato d'Italia. Luca Marinelli parte avvantaggiato dal fatto che, nel film, ha un ruolo leggermente più rilevante di Alessandro Borghi, senza contare che la parte di Cesare (interpretato da Marinelli) è quella che attira di più e si presta a lodi facili, ma sarebbe sbagliato dire che l'interpretazione di Borghi (nei panni di Vittorio) sia meno importante e di qualità di quella di Marinelli, ed è per questo che, le possibilità di vittoria sono più o meno sul cinquanta e cinquanta per ognuno.

Un pericolo per entrambi potrebbe essere la sorpresa Claudio Santamaria, l'eroe di "Lo chiamavano Jeeg Robot", che è stato molto bravo nei panni dell'antieroe Enzo, ma salvo questa sorpresa, il premio dovrebbe essere quasi sicuro di Marinelli o Borghi.

Miglior attore non protagonista: scegliere non sarà facile

Giusto per dare un esempio della grandiosa annata dei due emergenti attori, essi si trovano a fronteggiarsi anche nell'altra categoria, meno importante della prima, ma pur sempre significativa e prestigiosa.

Marinelli è forte della sua brillante ed estrosa prova come villain in "Lo chiamavano Jeeg Robot", dove è stato bravo nel non presentare un nemico stereotipato e banale, riuscendo anche a risultare simpatico e coinvolgente. Borghi risponde con l'impressionante e imponente ruolo di "Numero 8" in "Suburra" (diretto da Stefano Sollima), una parte meno originale dell'amico, ma tuttavia di gran effetto e spessore, che gli da comunque la carta di poter rivaleggiare con il compare pure in questa sezione.

Competitività che fa bene al cinema italiano

Comunque vada, quest'anno abbiamo visto ottime cose da parte del nostro Cinema, e il fatto che ci siano così tante incertezze nelle scelte dei migliori attori, è sintomo di un netto miglioramento del livello attoriale visto in questi ultimi anni. La cosa che fa ben sperare è soprattutto la gioventù dei nostri Marinelli/Borghi (entrambi da poco trentenni), che già alla loro età possono mettersi in competizione con vecchi leoni come Bentivoglio, Battiston e Santamaria.