Sabato 23 aprile, a Bari, nella centralissima via Sparanodalle ore 10.00 alle ore 19.00 c'è la "Festa del Turbante", una festa ideata e proposta da Harpreet Singh Saini (danzatore esibitosi a Bari anche in occasione della festa dell'indipendenza delle Mauritius), con il supporto dell' ass. Abusuan di Bari nell' ambito della Festa dei popoli metropolitana 2016, in collaborazione con Sikhi Sewa Society, organizzazione che si occupa della diffusione della religione sikh.
In via Sparano, angolo via Abate Gimma, dalle ore 10.00 fino alle ore 19.00 di sabato 23 aprile sarà allestito uno stand dove Harpreet Singh Saini, Gurpreet Singh, Mandeep Singh e Parwinder Singh, insieme ad altri amici, offriranno informazioni sulla cultura sikh sull' importanza del turbante e mostreranno come si indossa.
Bari ombelico del mondo
A pochi giorni dalle esortazioni in direzione dell'integrazione da parte del presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli Romano Prodi a Bari, il capoluogo pugliese ospita già un nuovo ed esclusivo momento interculturale. Il 23 aprile 2016 si organizza per la prima volta in Puglia il SIKH FEST, una festa che parla della tradizione Sikh e in particolar modo dell'importanza del Turbante come simbolo religioso e culturale.
Turbante, l'emblema della religione sikhricordato da Winston Churchill
Il Turbante era la cosa che più contava per i Sikh. Durante le due guerre mondiali essi non si tolsero il turbante per indossare l'elmetto protettivo. Il primo ministro inglese Winston Churchill elogiò questo gesto e lo ricordò in un discorso rivolto al parlamento inglese dicendo: "Oggi siamo in grado di vivere con onore, dignità e indipendenza.
Nella guerra hanno combattuto e sono caduti per noi... indossavano il turbante. Nella pericolosa situazione quale era durante la guerra non li abbiamo obbligati a togliere i turbanti per indossare gli elmetti perché avevamo bisogno del loro aiuto e oggigiorno che siamo in una situazione tranquilla è assurdo obbligarli a togliere il turbante per andare in motorino.
Non li abbiamo forzati allora e perché farlo ora? Dovremmo piuttosto rispettare le loro tradizioni religiose e concedere loro il permesso".
Riconoscere un Sikh è facile, c'è la regola delle 5 K
- KESH, non tagliare più capelli e barba, simbolo dell'essere devoti a Dio come ci ha creato.
- KANGA, il pettine di legno che tiene puliti e in ordine i capelli e che deve essere usato per togliere via le impurezze accumulate durante la giornata, simbolo di ordine e pulizia.
- KARA, un bracciale di ferro, simbolo dell'Eternità di Dio che non ha né inizio né fine e che tenuto sempre addosso ci ricorda di non commettere atti sbagliati.
- KIRPAN, un piccolo pugnale, segno che un Sikh è un soldato dell'Onnipotente, per difendere e proteggere i deboli e bisognosi e per la difesa personale (non deve essere mai utilizzato per l'attacco).
- KACHERA, pantaloncini usati come biancheria intima che ci ricordano di non commettere atti impuri.