Quando Charles Bronson, nelle vesti del Giustiziere della Notte, chiede al teppista se lui ci creda, in Dio, quello risponde di sì. Segue una delle battute più famose del cinema poliziesco, ovvero: “bene, perché adesso vai a trovarlo”. Poi, colpi di arma da fuoco. La vicenda di Paul Kersey, l’architetto che si trasforma nel Giustiziere della Notte, ha da sempre fatto fare i salti di gioia ai sostenitori della legittima difesa armata. La polizia non può essere sempre al nostro fianco, è la loro principale osservazione, perciò bisogna avere il diritto di comprarsi un’arma e, all’occorrenza, usarla.

Semplice quanto poche cose al mondo riescono a essere, semplice come quelle regole base che ci insegnano sin da quando siamo piccoli, ad esempio non masticare con la bocca spalancata. E allora, si potrebbe pensare, se a stare a tavola si impara da bambini, perché non si dovrebbe anche imparare il valore dell’autodifesa?

Educare all’autodifesa

In nessun luogo al mondo – che si tratti di un paese civilizzato e non con una guerra in corso entro i propri confini – si posseggono armi da fuoco in quantità superiore agli Stati Uniti d’America e, quindi, sembra abbastanza naturale che, laggiù, qualcuno abbia pensato che insegnare ai bambini l’importanza e i vantaggi di avere sempre una pistola carica alla cintola sia un’ottima idea.

Niente armi di plastica, però, niente indiani contro cowboy. Qualcosa di più classico, piuttosto, o, forse, qualcosa che si fa ancora prima di giocare a guardie e ladri. Qualcosa tipo le favole.

Le nuove favole 'armate'

La lobby americana delle armi, la National Rifle Association, più di quattro milioni e mezzo di soci attivi e tre milioni di dollari di finanziamenti per la campagna elettorale repubblicana in corso, ha pensato di riscrivere le favole più famose provando a dotare i protagonisti di armi da fuoco.

L'incarico è stato dato aun’autrice di libri per l’infanzia,Amelia Hamilton, che per ora si è occupata di Cappuccetto Rosso e di Hansel e Gretel. Nella nuova versione, nel primo caso, la nonnina, al momento opportuno, sfodera il kalashnikov e impallina il lupo, mentre, nel secondo, i fratellini non ci pensano due volte e, a mezzo fucili, fanno secca la strega, non si sa se chiedendole prima se creda in Dio.

Che le favole contengano, almeno alcune, una certa dose di violenza già nella versione originale è cosa indubbia: il lupo di Cappuccetto Rosso viene sventrato senza troppi complimenti, per esempio,la strega chiede al cacciatore di portarle i polmoni e il fegato di Biancaneve come prova dell'avvenuta morte di quest'ultima (le vengono recapitati gli organi di un cinghiale, invece, e lei se li mangia, convinta che siano della bellissima figliastra), la strega di Hansel e Gretel finisce bruciata viva nel forno. Adesso, però, qualunque contenuto o sfaccettaturasi riassume e diventa insegnamento all'uso sicuro e legittimo delle armi. Amelia Hamilton, in un’intervista al Washingon Post, ha dichiarato che il suo lavoro non è affatto terminato, perciò la revisione dei classici è destinata a proseguire, anche se non si sa come.

Per ora si possono solo fare ipotesi, nell’attesa di sentire Pollicino che, con alle spalle la casa dell’orco in fiamme, ai suoi fratelli dice soltanto: “mi piace l’odore del napalm di mattino, odora di vittoria”.