Il frutteto di cui parla Emily Dickinson nelle sue poesie era reale: un medley di meli, peri, pruni e ciliegi, alberi curati con amore dalla famiglia Dickinson. Nel corso dei decenni, i successivi proprietari proprietari della casa dei Dickinson, conosciuta come: "The Homestead", rimossero il frutteto, gli ampi giardini fioriti e l'orto che furono sostituiti con il prato ed un campo da tennis.Questa primavera il "Museo Emily Dickinson" ha riportato in vita il tanto amato giardino della poetessa creando un piccolo boschetto di piante di mele e pere in un angolo soleggiato nella proprietà di Triangle Street a Amherst, Massachusetts, risalente al IXX secolo.

La passione per i bulbi

Emily Dickinson, appassionata botanica, un giorno si definì "Lunatic on Bulbs" a causa della sua grande passione per narcisi, giacinti ed altre perenni primaverili, per le quali il padre Edward, nel 1855, le costruì una serra in cui riporle nel periodo invernale.E probabilmente un po' pazza doveva apparire agli occhi dei vicini che la vedevano occuparsi del suo giardino al chiaro di luna durante lesere estive.Sembra che Emily avesse un problema alla vista, a causa del quale la luce del sole le procurava un forte fastidio, per questo motivo la poetessa si dedicava al suo giardino nelle ore notturne.

Il giardino d'inverno

Emily trasformò la serra in un grande giardino invernale in cui le felci spiegavano le loro grandi foglie avvolte dal profumo di gardenie e gelsomini che addolcivano l'aria, mentre fucsie e garofani rallegravano l'ambiente con i loro colori vivaci.

La serra fu abbattuta dai nuovi proprietari nel 1916, 30 anni dopo la morte della poetessa. Attualmente il "Museo Emily Dickinson" si sta impegnando per ricostruire completamente il giardino di Emily Dickinson, compresa la serra, le piante e i fiori, archeologi e botanici sono già al lavoro per cercare di recuperare i materiali originali ma anche semenza e bulbi che potrebbero essere sopravvissuti nei decenni.

Poetessa o botanica

"Nel corso della sua vita, Emily, fu spesso riconosciuta più come botanica che come poetessa", scrive Judith Farr ne "I giardini di Emily Dickinson". Sembra infatti che queste due grandi passioni fossero inevitabilmente legate una all'altra per la poetessa, assolutamente indivisibili. Imparare a conoscere l'amore per il giardinaggio di Emily, è essenziale per comprenderne la personalità, la spiritualità e le poesie.

La conoscenza della Dickinson in materia di botanica e giardinaggio ha profondamente influenzato le sue composizioni poetiche. Nelle sue 1.789 poesie, Emily, fa riferimento alle piante quasi 600 volte nominando più di 80 varietà differenti. Tra i suoi 350 riferimenti ai fiori, la rosa è la regina indiscussa, la seguono piante più umili ma non meno amate dalla Dickinson, come i denti di leone, il trifoglio e la margherita.

L'Eden di Emily Dickenson

A 38 anni, Emily Dickinson, smise di frequentare la Chiesa, aveva già trovato il suo Eden nei suoi giardini. La rinascita dei suoi fiori ad ogni primavera le fa credere nella possibilità della vita eterna. "Coloro che non vivono ora, dubitano di poter vivere di nuovo", ha scritto Emily sette anni prima della sua morte.

Nei decenni successivi i giardini della Homestead sono stati ridotti a circa un terzo delle dimensioni originali. L'anno scorso, tuttavia, il dott. Lynch e i suoi colleghi archeologi hanno effettuato studi e delicate operazioni di scavo o perforatura tramite aste metalliche, per individuare l'esatta posizione dei giardini del passato. Il dott. Lynch afferma che studi botanici dimostrano l'esistenza di semi che possono restare sopiti nel terreno per decine di migliaia di anni per poi tornare a fiorire.

Questo ci pone di fronte all'entusiasmante possibilità che proprio come i libri di poesie nascosti da Emily Dickinson nella sua camera, alcuni elementi organici dei giardini della poetessa, possano essere sopravvissuti per tutto questo tempo in attesa che qualcuno li ritrovasse per dare loro nuova vita.