Radiohead e Red Hot Chili Peppers hanno pronti i dischi che più ascolteremo questa estate. Il festival di Glastonbury, il più noto appuntamento musicale estivo per i fan di tutto il mondo, ha già pronta una line up che punta forte sulla cliccatissima artista canadese Adele, i Muse e i Coldplay, ma i Radiohead e i Red Hot Chili Peppers sono pronti a riprendersi lo scettro degli artisti più seguiti del pianeta con dischi molto curati, dietro i quali c'è stato un lavoro certosino in studio e un paio di elementi che accomunano la band inglese a quella californiana.

Radiohead, ecco come suona A Moon Shaped Pool

Rilasciato in digitale domenica 8 maggio, di A Moon Shaped Pool si è parlato più per il marketing (cancellazione della band dai social, mancata distribuzione su Spotify) che per i contenuti, che per altro sono davvero significativi. Per il loro nono disco in studio i Radiohead dimostrano di non essere solo Thom Yorke, ma una band a tutti gli effetti: il basso di Colin Greenwood risulta centrale in Full Stop e Glass Eyes, tra i brani più convincenti, mentre Jonny Greenwood è diventato protagonista nella composizione dei brani dopo le esperienze con le colonne sonore cinematografiche, tra le quali ci piace ricordare soprattutto quella perThe Master di Paul Thomas Anderson.

La maturità compositiva è evidente nell'uso degli archi che viene fatto in Burn The Witch, primo singolo e prima canzone del disco, brano accostato frettolosamente a Viva La Vida dei Coldplay senza vederne le strategiche potenzialità sinfoniche. La musica orchestrale aleggia un po' in tutto il disco, travolgendo letteralmente The Numbers e Present Tense.

Arricchisce i passaggi più spettacolari di Daydreaming, secondo singolo che vanta la magistrale regia di Paul Thomas Anderson nel videoclip. Ma il disco dei Radiohead ha numerosi altri momenti felici, come la remiana Desert Island Disk e la conclusiva True Love Waits, cara ai fans fin dai tempi di The Bends e qui notevolmente lievitata e abbellita.

Red Hot Chili Peppers, a giugno un disco da non sottovalutare

Se A Moon Shaped Pool avrà un rivale nella classifica di fine anno come miglior disco, quasi sicuramente quel rivale sarà The Getaway, che i Red Hot Chili Peppers rilasceranno il 17 giugno. In rete si può già ascoltare il singolo Dark Necessities, mentre l'altra decina di brani sarà quanto di più curato abbia mai suonato la band statunitense, che durante la lavorazione ha scartato tra le venti e trenta canzoni per arrivare a qualcosa di perfetto. Dalle prime dichiarazioni, tra l'altro, emerge che il disco suonerà come una rivoluzione per la band: musicalmente si tratterà di un nuovo inizio per i Red Hot.

Due album, due cose in comune

In questo 'nuovo inizio' della band non è esente la presenza di Nigel Godrich ai mixaggi di The Getaway: da sempre considerato un membro aggiunto dei Radiohead, che non a caso ha avuto voce in capitolo anche in questo ultimo loro disco, Godrich ama collaborare con artisti di calibro, e dopo Beck, Air, U2 e R.E.M. tocca ora ai Red Hot deliziarsi dell'incredibile lavoro che Godrich sa compiere con l'elettronica. Nigel Godrich è quindi il primo segreto che accomuna Radiohead e Red Hot. Il secondo è legato all'esperienza comune di Thom Yorke e Flea negli Atoms For Peace. Thom deve essersi innamorato delle muscolose linee di basso di Flea, tanto che questo strumento caratterizza non poche canzoni di A Moon Shaped Pool. Di contro, Flea è rimasto stregato dal polistrumentismo degli Atoms: ecco perché The Getaway non suonerà come i dischi precedenti dei Red Hot Chili Peppers.