Il Mudec consegna sin dalla sua recente inaugurazione mostre indimenticabili. Quella intitolata Homo Sapiens, aperta sino al 26 febbraio 2016, lo è per la rarità dei reperti che offre al visitatore e per l'importanza del progetto realizzato dai due curatori. Essi sono il genetista di fama internazionale Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani, filosofo della Scienza e esperto dell'evoluzione umana.
Il loro progetto è stato quello di unificare le ricerche di scienziati internazionali, genetisti, linguisti, antropologi, paleontologi , climatologi per ricostruire il cammino dell'uomo e la sua evoluzione secondo linee differenti all'interno di marcati processi di diversificazione.
Straordinari sono stati gli studi compiuti dal genetista Luigi Luca Cavalli Sforza nel corso di una intera vita, ed ora il risultato è che il visitatore può ammirare oggi i reperti e i resti di avi che risalgono a milioni di anni fa.
I reperti che è possibile vedere
In mostra ad esempio la Lucy, nostra progenitrice, risalente a 3,2 milioni di anni fa. Qui è possibile ammirare un calco in posizione eretta , ritratta mentre cammina. Si può osservare l'uomo di Ceprano ( Lazio ) rinvenuto nel 1994.E' possibile cogliere il passaggio dalle specie arboricole ai bipedi terrestri. E' visibile un Neanderthal proveniente dalla Puglia di Altamura . Sono visibili le sepolture di Shanidar nei Monti Zagrei del Kurdistan iracheno, risalenti a 60 od 80 milioni di anni fa .
Sempre mostruoso l'Hobbit Man, scoperto nel 2005 sull'isola di Flores in Indonesia che dà origine alla serie dell'homo sapiens floriessiensis. Non certo tipo da sfilare nelle passerelle di Armani.
Poi infine le sepolture di Sunghir site a 200 km a est di Mosca dove sono stati rinvenuti corpi che posseggono perline ricavate dall'avorio del mammuth.
Sono cacciatori dell'era glaciale e sui corpi delle donne e degli uomini sono state ritrovate non solo perline d'avorio ma anche denti di volpe. Oltre a ciò mille altri oggetti misteriosi e preziosissimi come ad esempio la vertebra di una balena intagliata che rappresenta un cacciatore che mostra un uccello predato, calzari in pelliccia di foca e mutandine per un completino alla moda da esibire in serate piccanti.
Ma certamente la mostra nel suo rigore e nella pluralità di percorsi, frammisti anche da tappe di ricerca e di coinvolgimento del pubblico costituisce una occasione unica nel panorama attuale per comprendere il lento ed inesorabile cammino dell'uomo e i processi di popolamento di aree sempre più vaste della terra.