Inaugurata lo scorso 21 ottobre, prosegue fino al 19 febbraio 2017 la mostra Anima Bianca, la neve da De Nittis a Morbelli negli spazi della galleria Gam ;Manzoni di Milano. Una mostra dal titolo suggestivo curata da Luigi Maspes ed Enzo Savoia.
Gli appassionati d'Arte che hanno visitato la mostra Sei Stanze alla Galleria d'Arte Moderna di Via Palestro possono rivedere molti degli artisti presenti già in quella esposizione e ammirarli nelle immagini ispirate ai paesaggi innevati.
Ma quello che mai potrebbero aspettarsi è trovarsi di fronte ad un'opera di Carlo Fornara dal titolo l'Aquilone, nella sezione del simbolismo, un'opera tutta dipinta a colori con la tecnica del divisionismo reso per pennellate a tratteggio parallele.
Il quadro sinbolo della mostra
Carlo Fornara (1871-1968) è stato un pittore divisionista apprezzato anche da Pellizza da Volpedo tanto che Giuseppe Segantini decise di nominarlo suo assistente all'Esposizione di Parigi del 1900. Visse quasi sempre, tranne un breve periodo in Francia, nella sua Val Vigezzo .
Nel quadro simbolo della mostra, una grande tela dal titolo perlappunto L'Aquilone, rappresenta con i colori velati di rosa del tramonto una vecchina che cammina nei boschi per raccogliere legna, con la gerla sulle spalle. Davanti un grande albero scheletrico e dietro la catena delle montagne bianche di neve, a ridosso il pendio innevato del bosco su cui si posa la velatura rosa di un tramonto di luce.
Ma la cosa straordinaria, per un pittore che aveva vissuto un anno intero in Francia per conoscere l'impressionismo, è la scomposizione della luce e la resa pittorica, propria di un lavoro certosino, realizzata con pennellate sottili parallele, dispiegate in linea orizzontale sulle superfici innevate,e poste perpendicolarmente sulle nuvole scure, sui tronchi degli alberi, persino sugli abiti della vecchina .Egualmente la stessa tecnica divisionista a tratteggio si può ammirare su un'altra sua tela esposta in galleria dal titolo Ultimi raggi.
Le 25 opere presenti nella mostra sono suddivise in sezioni tematiche e ci presentano le tre principali scuole di pittura presenti in Italia nell'800, la scuola napoletana,con De Nittis e altri, la scuola tosco-emiliana con Telemaco Signorini e Bruzzi; la scuola lombarda con Induno, Fornara, Morbelli, Segantini,Inganni.
Quadri scanditi da versi
Le 25 opere sono accompagnate alle pareti con versi di Pessoa, Pedro Salinas, Pamuk e tutte indistintamente con figurazioni di grande bellezza, riescono a creare l'incanto della neve, di quella neve che nell'ottocento si limitava a coprire i terreni, gli alberi, le montagne, i tetti e le strade e col suo manto immacolato offriva agli artisti, innamorati dell'impressionismo, quei bagliori, e quelle rifrazioni su cui si portava la maestria dei loro pennelli e il loro personale studio della luce.
Tra le opere pregevolissime si ricorda De Nittis con 'Lezione di pattinaggio',Emilio Longoni con Ghiacciaio, Angelo Inganni con 'La colonna di San Martiniano al Verziere con effetto neve' , Francesco Filippini con Vespro (Nevicata)
La mostra rimarrà aperta sino al 19 febbraio con aperture straordinarie il 1 novembre; il 7-8. 26 dicembre; l'1 e 6 gennaio. L'ingresso è dii 6 euro.