Il concetto di 'Replicante' entra nel nostro immaginario con Blade Runner. Era il 1982 quando Ridley Scott vede nel celebre romanzo di Philiph K. Dick, "Ma gli androidi sognano le pecore elettriche?", un grande potenziale cinematografico. Nonostante la complessità di rappresentare una realtà distopica, con i mezzi dell'epoca, il film, tutt'ora, non conosce il peso degli anni; attraversando e influenzando decenni e generazioni; diventando il cult movie piu' famoso degli anni '80 e del genere neo-noir, science fiction.

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi"

Il primo Blade Runner era ambientato nella Los Angeles del 2019, dall'atmosfera surreale e apocalittica, oppressa da una fitta nebbia e una pioggia incessante. Un gruppo di replicanti, androidi organici, creati con avanzate tecniche di ingegneria genetica per somigliare il più possibile agli umani, fuggono da una stazione spaziale per tornare sulla terra. Sarà il cacciatore di taglie Rick Deckard, (Harrison Ford) forzatamente richiamato in servizio a ucciderli. Il film mette in luce o in ombra, vista l'ambientazione, tutto il malessere del pensiero dickiano: il dubbio, capace di toglierti la terra da sotto i piedi e farti sospettare che tutto ciò che esiste non sia altro che un falso.

Visto il successo, il film riesce perfettamente nell'intento, tanto da non aspettarci un sequel.

Il vecchio e il nuovo si incontrano

Non è cosa semplice 'rimetter mano' a un film entrato nella storia del Cinema e tanto complesso da far gridare "buona la prima". Ovviamente la curiosità è tanta. Intanto possiamo accontentarci del trailer, ma per il film dovremo pazientare fino al 6 ottobre 2017.

Blade Runner 2049 sarà diretto da Denis Villeneuve, regista francese che recentemente ha girato Sicario e Arrival, con Harrison ('sempre meraviglioso') Ford e (il tanto amato dal pubblico femminile) Ryan Gosling. Ridley Scott partecipa come produttore esecutivo, la storica e indimenticabile colonna sonora, oscura e molodica di Vangelis, verrà sostituita a quella del premio Oscar islandese Jóhann Jóhannsson.

Mentre attendiamo fiduciosi il sequel, sperando sia all'altezza del primo cult movie, io consiglierei di ripeterci, come fosse un mantra - " Chi siamo?", "Da dove veniamo?, "Cosa ci facciamo qui?, "Dove andiamo?"