Ennesimo riconoscimento per lo scrittore napoletano Erri De Luca. Questa volta sarà la decima edizione del "Premio del libro europeo" che lo premierà mercoledì 7 dicembre alle ore 18 al Parlamento europeo di Bruxelles. Il 66enne autore partenopeo sarà premiato da Oliver Stone - presidente della giuria - alla presenza del presidente onorario Jacques Delors e del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.

L'artista riceverà 10.000 euro per l'edizione di "Le plus et le moins" (Gallimard), che è la traduzione in francese del testo Feltrinelli 2015 che De Luca scrisse durante il processo per la Tav, che lo vide involontario protagonista e che si è risolto con la sua assoluzione.

"Sono i segni della contabilità, della partita doppia dare/avere: il più è stato giovane e indurito come un callo. Il meno governa il presente e mantiene quello che dice". La decima edizione del Premio, che ha tra i suoi fondatori Jacques Delors, nel 2010 ha visto tra i vincitori anche Roberto Saviano.

I vincitori di questa edizione sono stati selezionati da una giuria di giornalisti, corrispondenti a Bruxelles delle principali TV e testate europee. Abbiamo sentito Erri De Luca recentemente sulla vicenda "NoTav", ponendogli una domanda sulle riforme ed il dibattito democratico.

Leonardo Sciascia diceva che "le riforme sono porte aperte"; non crede che ora, al di là, delle vulgate governative, quello che si sta impoverendo sia proprio il dibattito democratico?

Ecco la sua risposta: "Il dibattito democratico ha smesso di realizzarsi in Parlamento, dove valgono stati guerreschi di forza e le proposte dipendono dagli accordi del momento anziché dai programmi. Si svolge invece in un'assemblea studentesca, nei comitati di base di lavoratori che lottano per un contratto, più nelle radio che in televisione, in un bar che nella sede centrale di un partito, su un treno di pendolari più che su un organo di stampa. La democrazia è una pratica naturale, che resta a livello del marciapiede. Quando sale i gradini delle istituzioni si perde". Forse il Governo Renzi non ha mai tenuto conto di questi concetti.