Viene chiamato in diversi modi, ma è sempre lo stesso: stiamo parlando di Sant'Antonio Abate, il santo che sul calendario si celebra il 17 gennaio. Molti sono i suoi nomi, tra cui: Sant'Antonio del fuoco, sant'Antonio del purcell, sant'Antonio d'Egitto e molti altri ancora, tra cui anche l'Anacoreta. Nato a Qumans, in Egitto, nel 251 circa, muore proprio il giorno del 17 gennaio 357. La chiesa ortodossa, però, lo festeggia il 31 gennaio.

La vita del santo del 17 gennaio

Nato in Egitto a Qumans, Antonio rimane orfano a soli venti anni. Scelse di fare il voto di povertà e diede tutti i suoi averi ai poveri, vivendo come anacoreta in preghiera, povertà e castità.

Nel corso della sua vita fu tentato più volte dal demonio, secondo gli scritti che sono giunti a noi.

Si sposto verso il Mar Rosso successivamente e vi rimase per ben venti anni. Ebbe moltissimi seguaci durante tutto questo tempo. Torno in Egitto, ad Alessandria, nel 311. Combattè una durissima lotta contro l'arianesimo, nel corso della sua vita. Fu molto longevo: morì, infatti. alla veneranda età di 105 anni.

Storia e tradizioni legate al culto del Santo

Considerato il protettore degli animali domestici, Sant'Antonio Abate è anche il protettore dei macellai e dei salumai, secondo la tradizione occidentale. Nel corso degli anni, infatti, la Chiesa cattolica ha previsto proprio durante questa giornata una benedizione che viene fatta agli animali che, occasionalmente, entrano in chiesa per ricevere quest'ultima.

Proprio per questo motivo, nelle statue e nelle raffigurazioni, molto spesso il santo viene raffigurato con ai piedi un maiale, che al collo porta una campanella.

Esiste anche una leggenda, molto popolare nelle zone del Nord Italia (veneto soprattutto) che narra che gli animali delle stalle avrebbero la facoltà di parlare nella notte del 17 gennaio, dedicata a Sant'Antonio Abate. Gli umani però, non devono sentire: altrimenti si tratterebbe di cattivo auspicio per loro. Ovviamente, si tratta soltanto di una leggenda.