In un'epoca contemporanea, dominata da una vera e propria mania per i selfie, da un narcisismo sfrenato che ha trasformato "l'autoritratto" in un fenomeno sociale, ormai privo di quei significati profondi che venivano ad esso attribuiti da pittori e fotografi, ci si chiede spesso quale valore possa ancora avere il genere del ritratto e soprattutto quale considerazione si debba riservare agli artisti che si dedicano esclusivamente a tale tematica.
La mostra
Una piccola riflessione su ciò proviene in questi giorni dalla mostra The mirror of soul, collettiva di artisti emergenti, inaugurata giovedì scorso 12 gennaio a Firenze presso Simultanea Spazi d'Arte.
L'esposizione, a cura di Francesca Callipari, raccoglie le opere di sette artisti, molto variegati e dalle esperienze più disparate, evidenziando come molteplici possano essere le interpretazioni e l'atteggiamento di ognuno.
Il ritratto, che ha avuto una rilevanza notevole soprattutto a partire dal Rinascimento, ha contraddistinto epoche differenti e interessato un po’ tutti gli artisti, che si sono susseguiti nel tempo, testimoniando l’umano desiderio di sfuggire all’inesorabile scorrere del tempo attraverso uno strumento capace “di far lasciare una traccia di sé”.
Al contempo ritrarsi o ritrarre ha significato anche entrare nel proprio mondo interiore o cercare di cogliere le sfumature più celate dell’animo altrui, mostrandone tratti psicologici, sentimenti ed emozioni attraverso l’esaltazione di gesti, pose o sguardi.
In The mirror of soul, tecniche e stili profondamente diversi sono stati messi a confronto, lasciando l’artista libero di interpretare ed esprimere la propria visione in relazione a tale genere, senza costrizioni.
Un viaggio nella psiche
Come ribadito dagli organizzatori: la mostra si pone come un viaggio nell’inconscio dell’essere umano, all’interno del mondo più celato dell’artista stesso o del protagonista di una determinata opera.
Il ritratto diviene, come preannuncia il titolo, “specchio dell’anima” in un gioco di corrispondenze e contrapposizioni tra emozioni e sensazioni dell’artista e dell’effigiato che vanno ad incontrare quelle dello spettatore.
Aperta fino al 24 gennaio 2017, l’esposizione include le opere di: Luca Azzurro, dallo stile vivace ed eclettico; Vincenza Cotugno, che si distingue per la qualità tecnica e la minuziosità compositiva; Laura Lepore che ci riporta alle atmosfere fiabesche degli illustratori russi.
Interessanti per l’impatto visivo notevole i ritratti dei lucchesi Nicola Pierotti e Angelo Romani, nonché i disegni di Red, artista rilevante per la spiccata capacità espressiva.
Un discorso a parte merita, infine, Michela Bernasconi, unica fotografa all’interno di questa collettiva, che espone ben sei opere, proponendo al pubblico due diversi progetti della propria ricerca artistica dal titolo “Italia” e “Legami”. Una mostra che testimonia come il ritratto sia ancora vivo e per nulla banale. La retrospettiva è aperta da lunedì a venerdì presso Simultanea Spazi d'arte (Via San Zanobi 45 rosso Firenze).