La prefazione al romanzo di Lele Boccardo, è a cura di Andrea Mingardi. Mingardi è un cantante e un blues man. È un personaggio sicuramente qualificato per aiutare il lettore a comprendere il contesto dell’opera. Oltre all’artista emiliano, è presente, quindi in doppia prefazione, anche il giornalista Maurizio Scandurra. Nel giallo di Boccardo, appare per la prima volta nell’ambito della scrittura, la figura delle tribute band, in veste di protagonista di un romanzo noir.

Per quei pochi ai quali è sfuggito il fenomeno, si chiarisce che si tratta di tutto quel mondo musicale costituito da gruppi sparsi in ogni angolo dello stivale tricolore.

È a loro che si deve la funzione intellettuale di unione tra appassionati e, forse attività ancora più importante, la conservazione di brani che sono diventati patrimonio musicale di una nazione.

Pertanto, l’autore, da buon entusiasta di musica e di band, ha voluto usare come scenario per la trama del suo “Il rullante insanguinato”, proprio l’ambiente dei gruppi musicali che si dedicano a rifare i brani famosi. È sicuramente un’idea originale che potrebbe portare fortuna allo scrittore.

La storia

In giro c’è un assassino. Un particolare assassino. Un uccisore di artisti. Artisti che fanno parte di band. Tuttavia, dalle sue minacce non hanno niente da temere i chitarristi, i cantanti, i tastieristi o qualunque altro strumento che usi suoni melodici.

Rimane fuori, a questo punto, uno strumento che, per quanto si possa accordare, difficilmente si può usare come conduttore melodico: la batteria. Insomma, tutto quell’apparato che tra cassa, charleston, piatti e – ecco il rimando al titolo del romanzo – rullante, costituisce la ‘batteria’. Quindi, la paura presente tra le pagine del romanzo “Il rullante insanguinato”, è la paura dei batteristi.

E non batteristi di gruppi di successo, ma drummer di, per l’appunto, ‘tribute band’.

Gli indagatori

A cercare di capire chi ha motivo di ammazzare strumentisti appartenenti a questa particolare tipologia, ci sono la polizia e un ex bancario che si improvvisa investigatore privato. Quest’ultimo, tra l’altro, è un cantante per passione che, entra nella vicenda a causa dell’amicizia che lo legava a una delle vittime.

Insomma, ci si chiede, perché ammazzare musicisti che rifanno i Deep Purple, Vasco Rossi o qualsiasi altro nome di successo? Chi è il l’assassino di batteristi?

L’intricata storia, comunque troverà soluzione: attraverso un dettaglio trascurabile, si scoprirà la motivazione di quelle uccisioni e, va da sé, l’assassino. Oltre alla polizia e all’investigatore ex bancario, è presente nella storia, la figura di un musicista reale. Si chiama Valerio Liboni ed ha suonato con un gruppo italiano di successo, I Nuovi Angeli.