Il titolo del nuovo lavoro dei Deep Purple, è programmatico. Si chiama “InFinite” – in uscita domani 17 aprile 2017 – come la loro chilometrica e invidiabile carriera. La spiegazione che ha portato a scegliere quel nome per il ventesimo capitolo in studio di questi inossidabili rocker britannici, è data dal batterista del gruppo, Ian Paice. Infatti, in riguardo all’aspetto iconico della copertina, ha dichiarato “…Che il logo DP era molto simile al simbolo dell’infinito e ci è parso giusto utilizzare quel nome per una band che è sulla strada ormai da cinquant’anni”.
La prima cosa che viene in mente, ed è straordinario che sia così, è che gli autori di “InFinite” sembrino una band di giovani spensierati. Un gruppo pronto ad affacciarsi sul mercato. Come se fosse la prima volta e dovessero dimostrare al grande pubblico le loro capacità. Eppure, di là dal genere, i Deep Purple fanno ormai musica diretta a tutti. Difficile trovare qualcuno che, fosse pure per caso, non abbia ascoltato un loro brano.
I brani di 'InFinite'
Intanto, “InFinite” è un album completo e soddisfacente sotto ogni punto di vista. In generale, non mancano, sia le magiche tastiere guidate sapientemente da Don Airey, sia le interessanti parti di chitarra solista dell’ottimo Steve Morse. Tutto il combo inglese, va da se, fa del proprio meglio per tenere vivo l’interesse dell’ascoltatore.
E ci riesce in modo splendido. Fra i brani se possono citare, a rappresentanza del mirabile lavoro in studio, alcuni particolarmente centrati.
Si potrebbe iniziare dalla espansiva “One Night in Vegas”. Invece, in “Get Me Outta There“, è inaspettatamente Ian Paice a farla da padrone con un sostegno e un disegno ritmico davvero esemplari.
Non manca nemmeno una canzone melodica e riflessiva come “The Surprising“. Il nuovo Cd contiene anche una cover. Si chiama “Roadhouse Blues“, con tanto di armonica e che sa più di jam improvvisata che di pezzo studiato a tavolino.
The Long Goodbye Tour e il futuro
Come noto, i nuovi concerti della band sono legati al “The Long Goodbye Tour”.
Proprio questo tour li porterà il 22 giugno a Roma, il 26 a Bologna e il 27 a Milano. In riferimento a queste date e alla lunga carriera dei musicisti, qualcuno ha azzardato l’ipotesi di un non lontano abbandono delle scene da parte loro. Tuttavia, c’è modo e modo di congedarsi dal mondo del rock. I Deep Purple stessi non danno con chiarezza indicazioni per dirimere questo punto.
Al limite, lasciano intendere che saranno solo il tempo, la voglia, gli umori, a dire come e quando rallentare il passo. Ovviamente, il realismo impone comunque a Roger Glover, Ian Paice, Steve Morse, Don Airey e Ian Gillan - cantante di lungo corso - di fare i conti con il loro mezzo secolo di storia che li ha portati nell’Olimpo del rock.
Forse un po’ di chiarezza(?) viene da qualche dichiarazione di Ian Paice, il batterista, “…Prenderemo una decisione alla fine, fra un paio d’anni, anche se già ci diciamo che fra tre sarebbe meglio”.