“Because the night belongs to lovers…and to graduates”: Patricia Lee Smith, in arte Patti Smith, ha ricevuto il 3 maggio, dall’Università di Parma, la Laurea Magistrale Honoris Causa in Lettere Classiche e Moderne in quanto “figura chiave della cultura internazionale dagli anni ’70 ad oggi". Un'artista che ha saputo spaziare attraverso diverse forme di linguaggio: la poesia (il primo grande amore), il racconto, le canzoni, le fotografie, sempre con un occhio particolarmente attento ai temi caldi della società, a quello che le succedeva intorno ma anche dentro, ha sempre scelto infatti di mettere a nudo i suoi sentimenti.
La cerimonia ufficiale si è svolta all'Auditorium Paganini, davanti a una platea che comprendeva più di una generazione. Patti Smith è infatti una di quelle figure in grado di portare ai concerti genitori e figli, amanti del rock ma non solo.
I libri: compagni di una vita e porta dell'immaginazione
Visibilmente emozionata (come quando a Stoccolma ha presenziato al posto dell’amico e collega Bob Dylan alla cerimonia di consegna del premio Nobel per la letteratura 2016 al cantautore statunitense), ha iniziato la sua Lectio Doctoralis ringraziando tutti e ricordando come i libri siano sempre stati i suoi migliori amici, i suoi compagni costanti in grado di aprirle le porte dell’immaginazione: “Da bambina sognavo di studiare in una grande università con grandi biblioteche ma non ho potuto farlo, i miei non potevano permetterselo, così oggi sono particolarmente grata per questo titolo", un titolo che la stimola a continuare con il suo lavoro e a farlo sempre meglio.
Nel corso della Lectio Patti Smith ha parlato di disciplina, entusiasmo, gratitudine per la vita e rispetto per il tempo che ci resta sulla terra, empatia, misericordia e soprattutto amore reciproco, tutti temi che si ritrovano nelle sue opere, in queste frasi e parole è riassunta la sua filosofia di vita, il modo in cui lei la affronta ogni giorno, come in “People Have the Power”, una delle sue canzoni più famose, scritta nel 1988 insieme al marito Fred Smith e che Patti ha declamato come una poesia proprio a metà del suo discorso, intervallato anche da brani del documentario “Patti Smith - Dream of Life” di Steven Sebring.
Rifiuto di consegnare la penna
“Credo nel movimento e in quel pallone spensierato che è il mondo, perché diavolo siamo invecchiati così tanto? Lo chiedo spesso alle mie giunture e ai miei capelli grigi…eppure rifiuto di consegnare la penna, siamo qui al servizio gli uni degli altri” ha detto la Smith e ha chiuso recitando la stanza finale del poema “Howl” (Urlo) di Allen Ginsberg, uno degli scrittori simbolo della Beat Generation, un brano in cui tutto è santo come “santa è la soprannaturale ultrabrillante intelligente gentilezza dell’animo”.
La città di Parma continuerà a celebrare la neo laureata con la mostra fotografica “Higher Learning” in corso fino al 16 luglio al Palazzo del Governatore.
Venerdì 5 maggio Patti Smith, insieme al Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, ha anche visitato lo CSAC – Centro studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, all’Abbazia di Valserena.