È in corso fino al 17 settembre nella suggestiva sede del Castello di San Giorgio a Mantova una rassegna temporanea dedicata al rito del banchetto a corte tra Rinascimento e Barocco. Il complesso museale di Palazzo Ducale diventa cornice di una estetica del convivio, sottolineando come storicamente sia importante la relazione che intercorre tra cultura e cibo. I curatori dell’evento, Johannes Ramharter e Peter Assmann, suffragano il monito di considerare gli usi e costumi, legati ai banchetti, come parametri della memoria storica di un’epoca.

Breve excursus storico sui Gonzaga di Mantova

La famiglia dei Gonzaga ricopre il ruolo dominante in seno al governo e alla fioritura artistica-culturale della città di Mantova. Dal 1328 al 1706 resse le redini della città con sagacia e cura e la corte si rivelò uno dei fulcri di maggior importanza a livello europeo. I Gonzaga scalzarono dal potere la famiglia dei Bonacolsi e si diedero all’espansione territoriale. Effigie di una personale estetica dell’autorità sarà l’aspetto cerimoniale del banchetto. Momento solenne, rituale, in cui lo sfoggio della magnificenza assurgeva a strumento di conservazione delle basi autorevoli. Il convivio veniva considerato come elemento indispensabile di dimostrazione della ricchezza acquisita e suggello di questa.

Un aneddoto significativo di questo aspetto risale al 1418 in occasione dell’invito a corte di Martino V da parte di Gianfrancesco Gonzaga, in cui furono presentate in una missiva le “esigenze a tavola” del prestigioso ospite, come una conditio sine qua non della sua venuta.

La mostra di Castel San Giorgio

Nella linea guida del direttore del polo museale, Peter Assman, l’esposizione assume la forma di una performance relativa al cibo, una sorta di spettacolarizzazione degli usi e costumi legati al simposio.

Accessori preziosi, come vasi piatti e vassoi, con lo stemma della casata dei Gonzaga, in connubio con set di posate appartenuti a vari regnanti europei, che ci tenevano a che fossero personali e che rappresentassero simboli del proprio potere. Esemplari ornati che narrano storie di stampo classico mitologico raffigurate sulle superficie, come il caso delle vicende di Adone e Mirra.

Il ventaglio di tovaglie impreziosite di ricami che solevano essere cambiate anche durante lo stesso pranzo. Una mostra peculiare, che con dovizia di particolari ripropone la scena conviviale in tutta la sua teatralità, stigmatizzando una estetica in tutta la sua rilevanza storica.