Si è tenuta la mattina del 3 maggio 2017 nella sala Spadolini del Ministero dei Beni Culturali (Mibact) a Roma la presentazione - e non conferenza stampa come si capirà dall’impossibilità di fare domande - del Festival dei Due Mondi di Spoleto che si terrà dal 30 giugno al 16 luglio 2017 nell’omonima cittadina umbra. La sala gremita ha ospitato, quasi straripante, i giornalisti e alcune figure dello spettacolo accorse per l’evento previo invito.

Le origini del Festival

Il Festival, nato nel 1957 sotto la guida del compositore Gian Carlo Menotti, è da subito entrato a ragione nel panorama delle più importanti rassegne culturali, prima europee e poi mondiali, come ci conferma il direttore Giorgio Ferrara, insediatosi nel 2008 dopo la scomparsa di Menotti.

Il 60° anniversario sotto la guida di Ferrara

Se l’anno scorso il festival contò all’incirca ottanta mila presenze, quest’anno, come ripete entusiasta il direttore, le arti punteranno alla celebrazione del 60° anniversario unite al ricordo e alle recenti problematiche del territorio legate al sisma. A tal ragione è stato commissionato il gran concerto finale, diretto per la prima volta dal Maestro Riccardo Muti, che si svolgerà in Piazza Duomo e il quale biglietto subirà un aumento di prezzo da devolvere al Comune di Spoleto in favore della popolazione colpita.

A sostenere il Festival troviamo almeno un centinaio di persone definite “mecenati”, la promozione di tre enti pubblici e una gran quantità di sponsor, supporti tecnici e partner tra cui vediamo spiccare particolarmente la Fondazione Carla Fendi che, durante il corso della manifestazione, ricoprirà il ruolo preciso di sostenere e riconoscere l’arte attraverso l’intera programmazione del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi (con la mostra itinerante sul senso dell’esistenza umana dalla Genesi all’Apocalisse) e inaugurando il Festival con il Don Giovanni di Mozart.

La gestione di Ferrara dunque, nonostante sembrasse peggiorata negli ultimi anni in quanto forzava la natura stessa del Festival nato dapprima come evento di musica classica senza precedenti, pare voglia dare una sterzata ancora più multidisciplinare, in modo che come ha affermato egli stesso: <<chi ama l’arte non dovesse rinunciarci>>.

Prova ne sono i numerosi eventi in programma che spaziano dalla musica orchestrale e sinfonica, quella elettronica, l’importante contributo per la musica colombiana con il Festival Internazionale della Musica di Cartagena, o tappa del tour di Fiorella Mannoia, per non dimenticare i concerti eseguiti dalle bande militari, quest’anno saranno presenti quella dell’esercito, della marina e della guardia di finanza.

Il teatro come spunto di riflessione ma anche condivisione come ad esempio le nuove e continue rappresentazioni di Oscar Wilde e di William Shakespeare, ma anche l’esperimento su Heiner Muller ideato da Robert Wilson in collaborazione con gli allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma.

Cosa c'è di nuovo

Novità di quest’anno che si apre alla multiculturalità è anche il Protocollo d’Intesa firmato con il ministero culturale cinese e al proposito degli accordi presi, verrà presentata la compagnia di teatro, balletto e arti marziali diretta dall’attore Jackie Chan che unirà gli elementi del Kung Fu alla danza tradizionale pechinese; e anche, sempre nella danza, un felice ritorno per Roberto Bolle.

Un festival che non avrà bisogno di sottotitoli, ma anzi che si promette di dare ampio respiro anche ai dibattiti d’attualità con, giusto per fare qualche nome, Corrado Augias, Leonetta Bentivoglio, Federico Rampini, Natalia Aspesi, Paolo Mieli e… qui il calendario con tutto il programma: http://bit.ly/2pxvcuB

Il riguardo, dal link sovrascritto, andrà anche ai monumenti che ospiteranno essi stessi mostre diffuse all’aria aperta dimostrando che in scena non ci va solo il Festival ma anche la città.