Caravaggio torna a Milano, nella sua Lombardia, terra d'origine di un talento che ha mutato per sempre l'estetica della rappresentazione pittorica. Il prossimo 29 settembre, al Palazzo Reale verrà inaugurata una mostra che ne raccoglie diciotto capolavori provenienti sia dall'Italia che dall'estero. Il pubblico potrà goderne anche in una modalità inedita: quella delle immagini diagnostiche mediante le quali sarà possibile "vedere" sotto lo strato pittorico i "pentimenti" ed i ritocchi dell'artista durante il formarsi dell'opera.

Caravaggio dimenticato per quasi tre secoli

Michelangelo Merisi da Caravaggio, meteora nella storia dell'arte la cui parabola si compie tra la fine del '500 ed i primi del '600 - muore in circostanze misteriose a Porto Ercole il 18 luglio 1610 - è stato un artista a lungo dimenticato. Con l'eccezione dei biografi secenteschi, da Mancini a Baglione a Bellori, fondamentali e mai teneri fino ad essere caustici, bisognerà attendere il Novecento con Roberto Longhi, acutissimo storico dell'arte, e con la mostra da questi allestita proprio a Milano nel 1951, per farlo resuscitare dalla coltre di silenzio. Risucchiato nel gorgo del "barocco" prima vituperato e poi riscoperto, oggi Caravaggio è imprescindibile per qualunque narrazione che voglia cogliere l'essenza dell'arte figurativa.

Da Roberto Longhi a Tomaso Montanari

Con le sue dodici puntate monografiche su "La vera natura di Caravaggio", Tomaso Montanari ha recentemente proposto, su Rai 5, con la sua nota accuratezza, un viaggio appassionante nella veloce eppure intensissima e densa vita dell'artista lombardo. La sua è una delle ultime prove di quanto sia vivo l'interesse del pubblico verso Caravaggio, un interesse che è divenuto passione per il racconto dell'artista "maledetto" come per le sue opere, espressione di un pathos intenso ed ancora modernamente avvertito.

Le ragioni della modernità

C'è un Caravaggio che dal 1602-1603 si avvale di un differente trattamento della luce rispetto al passato, un modo di dipingere che con l'ombra accresce la componente emotiva delle sue rappresentazioni. Quel buio che compare e dà forma alla proposizione realistica del buio metafisico. Non esiste un Caravaggio in luce ed uno in ombra, ma solo un pittore che riconosce la forza dello spirito e che sperimenta, nel contrasto tra il chiarore ed il buio, lo smarrimento eppure la consapevolezza che anima di mistero incombente la vita.

Egli probabilmente raggiunge la perfetta unità di queste presenze, di realtà e spirito, proprio appena prima di lasciare Roma nel 1606, con la "Morte della Vergine". Non a caso rifiutata: quel che volle segnare fu la misera fragilità del corpo nella morte, la crudezza dell'essere che in nulla rivela dello spirito, lo spirito fatto di sola fede e non di consistenza visibile di fenomeno. Quel Caravaggio lo si ritroverà nella stagione siciliana, con il "Seppellimento di Santa Lucia": un crudo racconto sulla fragilità degli uomini e la brutalità della morte, la lacerazione della mancanza improvvisa, il patimento che accompagna il dolore, l'inconsistenza del trascendente nel duro contatto con la materia.

Questa poetica è ancora oggi moderna. Come lo sono le tragedie di Shakespeare.

Diciotto opere riunite a Milano

Le opere che comporranno l'attesa mostra di Milano, dal prossimo 29 settembre al 28 gennaio 2018, provengono da collezioni e musei prestigiosi. Dall'Italia con la Galleria degli Uffizi la Fondazione Longhi, la Galleria Doria Panphilj, i Musei Capitolini e le Gallerie di palazzo Corsini e palazzo Barberini, solo per citare alcune istituzioni. Dall'estero perverranno opere da: Metropolitan Museum of Art di New York; National Gallery di Londra; Museo Montserrat di Barcellona; Wadsworth Atheneum of Art di Hartford; Detroit Institute of Arts; Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City. Come per tutte le mostre, sarà l'occasione unica per assistere ad una narrazione originale. Forse per scoprire ancora qualcosa di nuovo su un artista che ha già superato la soglia del XXI secolo.