Il Themed Entertainment Association (TEA) e la AECOM hanno pubblicato la quinta indagine annuale sui musei più visitati al mondo. Dal rapporto emerge una sostanziale stabilità del numero dei visitatori nei primi venti musei che, con un totale di 107,8 milioni di presenze, hanno visto un incremento, tra il 2015 e il 2016, dell’1,2%. Nel quinquennio 2012-2016 si è, però, registrato un importante slittamento verso i musei asiatici, in particolare cinesi, mentre in America del Nord e in Europa, si è censito un calo di presenze. Confrontando le percentuali di visite nei primi venti musei, le presenze sono diminuite tra il 2012 il 2016 dal 33 al 30% in Nord America, dal 42 al 39% in Europa, mentre si sono alzate dal 24 al 31% in Asia.
I musei devono adeguarsi ai cambiamenti sociali
L’espansione dell’interesse verso le esposizioni in Asia sono soprattutto concentrate in Cina, dove la politica del governo di Pechino nel contenere i prezzi d’ingresso aumentando nel contempo i giorni di entrata gratuita, ha dato i suoi frutti. Per contro, i curatori e i direttori asiatici non hanno ancora la competenza e la conoscenza dei colleghi europei; ne consegue che la qualità di gestione e la cura delle opere esposte musei asiatici sono ancora relativamente basse lasciando ampio margine di crescita al settore.
La crisi finanziaria si è ripercossa sui sovvenzionamenti culturali specialmente in Europa e in America lasciando molti musei privi di sponsor e costringendo molte istituzioni a mutare la loro politica ed introdurre nuove iniziative rivolte alle famiglie, ai giovani e alle scuole.
Altri musei hanno puntato sull’innovazione tecnologica; quasi tutti, a differenza del passato, permettono oggi l’uso di smartphones, camere fotografiche al loro interno, incoraggiando, in alcuni casi, anche i selfies al fine di avere pubblicità sui social media.
Tutti, comunque, devono confrontarsi con un cambio generazionale, etnico e demografico particolarmente vivace, in special modo nei centri urbani.
Anche per questo i piccoli musei, più agili nel recepire i cambiamenti e modificare gli spazi, sono riusciti più di altri ad attirare visitatori anche con iniziative strettamente legate allo spirito del museo.
Il National Museum of China il più visitato
Dal rapporto TEA/AECOM risulta che dei 20 musei più visitati al mondo nel 2016, 10 sono ad entrata gratuita.
Il National Museum of China di Pechino, con 7.550.000 visitatori è al primo posto in assoluto, con un aumento del 3,6% di presenze rispetto al 2015, seguito dal National Air and Space Museum di Washington DC, Stati Uniti, che ha registrato un incremento dell’8,7% di visite rispetto all’anno precedente. Il Louvre, primo museo a pagamento al mondo, è al terzo posto in assoluto, ma con una diminuzione del 14,9% se confrontato al 2015, dovuto ad una riduzione del turismo nella capitale francese.
Gli investimenti, se fatti oculatamente e degnamente pubblicizzati, rendono, come dimostrano le cifre della Galleria Tretyakov di Mosca (+43% di visitatori nel 2016 grazie alle mostre Ivan Aivazovsky e From Elizabeth to Victoria: English Portraits from the Collection of the National Portraits Gallery) e del Tate Modern di Londra, la cui nuova ala progettata da Herzog & de Meuron, ha attirato il 23,9% di presenze in più nel 2016.
Italia in zona retrocessione
Il rapporto TEA/AECOM porta anche una nota dolente per l’Italia: nessun museo nazionale è presente nei primi venti visitati al mondo, se si eccettuano i Musei Vaticani i quali, con 6.067.000 visitatori, si attestano al nono posto.
Per ritrovare un museo italiano occorre spulciare la classifica europea, con la Galleria degli Uffizi di Firenze, ma anche qui, nonostante l’affluenza di 2.050.000 presenze che registra un buon 4% di aumento su base annua, restiamo al diciannovesimo posto, in zona retrocessione.