"Treasures from the Wreck of the Unbelievable" di Damien Hirst è una mostra da non perdere per nulla al mondo, visitabile fino al 3 dicembre a Palazzo Grassi e Punta della Dogana (Venezia). Damien Hirst, artista britannico classe 1965, decide di non essere un artista "finito" come qualcun stava ipotizzando e sorprende tutti con un'esposizione che ha del meraviglioso sia nelle sue opere più colossali e maestose, sia nei dettagli degli oggetti più piccoli.
Tra il fascino dell'Antico e il mondo Contemporaneo
E' una mostra che non ha bisogno di troppi commenti.
Opere che, anche senza spiegazione, lasciano i visitatori a bocca aperta per lo stupore, come il celebre "Demon with Bowl" di 18 metri circa che troneggia al centro di Palazzo Grassi. L'artista ha tratto ispirazione dal ritrovamento di un relitto, nel 2008, vicino alle coste orientali dell'Africa. Su questa nave sommersa da, ormai, 1800 anni, è sorta la leggenda del ricco Amotan, schiavo che ottenuta la libertà ed un patrimonio in denaro, decide di fare il collezionista e di mettere insieme tesori da ogni parte del mondo, costruendo un'apposita struttura e posizionando lì le opere. Per l'ubris e l'avarizia dimostrata, sembra che il povero Amotan venga punito poiché la sua nave, stracolma di ricchezze affonda, facendo cadere l'intero patrimonio.
Per questo l'artista sceglie come tema per la sua mostra il mare e, soprattutto, la mitologia. Realizzando opere come il colosso già citato, "Cerberus", due copie di "Hydra and Kali" e un'altra infinità di capolavori, Hirst dà veridicità alla leggenda della nave Apistos (che vuole appunto dire Incredibile) e crea un'incredibile mondo sommerso nelle sale di Palazzo Grassi e Punta della Dogana.
Una mostra che ha dell'Incredibile
"Treasure from the Wreck of the Unbelievable" è una mostra unica nel suo genere. L'artista non ci regala solo una mostra esteticamente affascinante ed attraente, ma ci regala un messaggio chiaro e leggibile: quello della catastrofe. Le opere di Hirst sono tutte connesse ad un mondo della spiritualità, ad un mondo che parla di religione, ad un mondo mitologico costituito da idoli materiali in cui, vivendo duemila anni fa, ci saremmo potuti riconoscere.
Interrogandoci, però, sul senso dell'esistenza grazie a queste opere, possiamo dedurre che questo nostro atteggiamento è vano ed inutile. Sovrastruttura dell'esistenza che insieme ad essa verrà spazzata via. Hirst ci fornisce uno spunto di riflessione importante sulla vita e sull'esistenza di tutto ciò che ci circonda. Paradossale, quasi ironico, il fatto che questa nave dei tesori inghiottita dal mare ed oggi esposta in un museo, si trovi a Venezia che con il mare convive da secoli.