Margaret Atwood ha vinto il Premio della pace dei librai tedeschi del 2017, che le è stato assegnato alla fine della Buchmesse. Dopo la premiazione ha deciso di sedersi di fronte ai giornalisti e ai fotografi per rispondere alle loro domande riguardo alla Serie TV che prende spunto da uno dei suoi romanzi più famosi: "Il racconto dell'ancella". Si tratta di una serie di 10 puntate, che in Italia andrà in onda da settembre su Tim Vision.

La sua trama suscita moltissima curiosità tra i telespettatori, in quanto narra la storia dell'America e degli americani catapultati all'interno di un mondo di sopraffazione e di brutalità, come una profetica immagine della presente presidenza di Donald Trump.

Neanche a farlo apposta, infatti, la produzione del film si è conclusa proprio poco prima delle elezioni, ed è andata in onda ad aprile quando ormai Trump era già diventato presidente e gli americani avevano già iniziato a vivere nell'incubo.

Trama de "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood

All'inizio del Romanzo, Margaret Atwood, descrive gli Stati Uniti durante gli anni della Guerra Fredda, quando erano il Paese più economicamente avanzato e capace di influenzare tutti gli altri. L'idea di scriverlo è arrivata nel 1984, quando a Berlino c'era ancora il Muro e Margaret avvertiva, nei Paesi orientali, un clima di povertà e continuo e rigido controllo da parte delle autorità. Per questo motivo ha deciso di scrivere un romanzo che narrasse la vita di questi uomini e donne ridotte in schiavitù dai regimi oligarchici.

Le donne vengono rappresentate, in particolare, come delle "ancelle" (e da qui prende il nome il romanzo) che devono assecondare tutti i desideri dei loro padroni e procreare dei figli per loro senza poter essere riconosciute come madri. Tutte coloro che si ribellano finiscono sulla forca.

Capovolgimento di punti di vista

Il libro era uscito nel 1985 e in Italia era stato pubblicato da "Ponte delle Grazie".

In tutti i Paesi d'Europa era stato accolto con molta curiosità, e oggi, all'uscita del telefilm, è ancora più curioso vedere come la situazione si sia ribaltata: il racconto rappresenta esattamente l'America di oggi, una volta simbolo di democrazia. Una domanda cruciale le viene posta alla fine dell'intervista: "Crede che la letteratura possa cambiare il mondo?".

Domanda che non si poteva non porre a Margaret Atwood, scrittrice per eccellenza di mondi abitati da emarginati, donne trascurate e sviluppo sostenibile. La risposta, però, ha sorpreso tutti: ogni scrittore ha il semplice dovere di essere libero di scrivere e di raccontare la propria visione del mondo. Ma la letteratura, al giorno d'oggi, non è così influente da poter cambiare il mondo.